Ginevra Nervi è uno dei nomi promettenti dell'elettronica italiana e lo dimostra in lavoro corposo e denso
Per certi versi ‘The Disorder of Appearances’ è il primo album del percorso solista di Ginevra Nervi, a coronamento dell’uscita di una serie di singoli ed EP Negli ultimi due anni, ma la giovane producer genovese ci arriva forte anche di una recente ma prestigiosa esperienza nel campo delle colonne sonore, che tra le altre cose l’ha portata più volte sugli schermi del Festival di Venezia.
Le quindici tracce del nuovo lavoro condividono molto in termini di sound design, colori e atmosfere giocate a metà tra l’ambient e l’elettronica contemporanea con la produzione di musica per immagini a firma Nervi, del resto praticamente coeva (la colonna sonora della produzione Sky Arte ‘Dante, Fuga Dagli Inferi’ ha visto la luce in questi stessi mesi); qui il discorso musicale, però, si spinge con decisione verso territori IDM contemporanei e post-club, pur riservandosi anche il tempo per dilatarsi in lunghi momenti ambienti e strutture dilatate ricche di gestualità sonore e movimenti vicini alla sensibilità elettroacustica. Tanto nei momenti più eterei quanto nelle tracce o nelle sezioni più ritmate, il ruolo di protagonista spetta spesso alla voce di Ginevra, protagonista di un complesso lavoro di scomposizione e mutazione post-umana che la porta a destrutturarsi in un caleidoscopio di reiterazioni fonetiche, lunghi pad di vocalizzi e controcanti pitchati parossisticamente, senza perdere occasione di lanciarsi in fraseggi più orecchiabili.
Un afflato melodico che restituisce calore e anima ad un vocabolario algido e intricato di synth e ritmiche digitali, facendo da trait d’union tra trenodie futuristiche quasi da opera mutante (May The Road), beat vicini alla sensibilità tropical di Dj Python (Eleven, Twenty) suggestioni industrial e suoni PC music, oscure tracce post-club tutte da ballare, marce telluriche e sacrali. Qui c’è anche lo zampino Iosonounacane, che su Zero mette la firma con un lavoro di synth molto vicino a quello di IRA, ma gli echi della gravitas ieratica di alcune produzioni di Jacopo Incani si possono cogliere qua e là nella tracklist (Stasis V). Per dispiegare una varietà simile, ‘The Disorder of Appearances’ si prende tutto il suo tempo, forse anche per un po’ troppo per un ascolto in una soluzione, ma va riconosciuto che in un’ora di minutaggio è difficile trovare un suono non ispirato, una composizione banale o poco significativa.
E, scoccia pure doverlo dire ancora, ma in un mondo come quello dell’elettronica concettuale, in cui ancora non è impossibile imbattersi in discorsi sulla minore propensione delle donne verso un certo tipo di strumentazione e sonorità, una produzione del genere ha tutto un sapore particolare in più.
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La recensione The Disorder of Appearances di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2022-07-07 19:42:47
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