I Donzell* prendono posizione nell'ambiente trap, mettendo da parte influenze pop e chitarre acustiche per un brano in cui dominano autotune e cassa in quarti.
Claudio Millucci e Manuel Natoli - i volti dietro al duo Donzell* - danno un impulso dinamico al loro progetto musicale, che, grazie ad Arbre magique, si allontana dall'ambiente hyperpop per incentivare le influenze trap già presenti nei singoli precedenti.
La cassa in quarti di una drum machine scandisce lo scorrere di tutto il tempo della traccia. Hi-hat in levare e un basso profondo eseguito con un sintetizzatore completano la sezione ritmica sulla quale sono una serie di sintetizzatori dalle linee estremamente ritmate a costruire un'armonia semplice ed efficace. Tolta la composizione strumentale si giunge ora a parlare del vero centro di questo brano, le voci.
L'azzardo di Claudio e Manuel arriva ora a mostrare tutti gli aspetti che non vengono immediatamente svelati. L'autotune - di cui il duo faceva già uso - viene portato al di fuori di una contaminazione stimolante, come poteva essere in Popper, dove la curiosità veniva suscitata dall'incontro tra chitarra acustica e l'effetto vocale, o ancora in Troppo italiana. Questo era infatti un brano in cui la dinamica tipicamente pop si muoveva all'interno di una forbice più ampia che in Arbre magique.
Meno interessante, meno stimolante, non per questo però meno efficace. I Donzell* presentano per la prima volta con Arbre magique un'immagine prevalentemente trap, in cui le influenze a cui sono abituati vengono lasciate in disparte per offrire una panoramica completa sul loro approccio a uno dei generi di riferimento del progetto. Ecco dunque spiegato l'azzardo che Claudio e Manuel si sono presi. Tale mossa rimane inevitabilmente apprezzabile, e conferma la predisposizione dei Donzell* a non smettere mai di mettersi alla prova, sfidando se stessi e ponendosi ogni volta un nuovo obiettivo.
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La recensione Arbre Magique di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2022-08-31 17:24:59
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