Ryu Mortu Lyctronic 2022 - Strumentale

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'Lyctronic', il nuovo ep di Ryu Mortu, è la coferma di un carattere artistico e di una sapienza sonica di cui c'è sempre più bisogno in una realtà stagnante come la nostra

Abbiamo imparato a conoscere e ammirare ampiamente il progetto Ryu Mortu nella sua profonda sostanza artistica soprattutto con il precedente e splendido Ep Open space, vero e proprio coacervo di necessità espressive che si traducevano in una scelta stilistica abilmente adagiata su spoglie oniriche generanti rarefazioni sonore e, di pari passo, pulsazioni animistiche quasi ultraterrene, per quanto molto prossime a un concetto di sperimentazione sonora comunque legata a un esserci qui e ora.

Questa volta è il turno di Lyctronic, nuovo lavoro sulla breve distanza magnificamente in grado non solo di mantenere alto il livello delle esperienze precedenti, ma anche e soprattutto di scrutare nuovi orizzonti possibili, sempre mantenendo fede alle proprie intenzioni costruttive di partenza ma non disdegnando mai uno sguardo circostante a linguaggi comuni da incorporare in uno scheletro eterogeneo da far risultare familiare e, in questo senso, evolutivo quanto a senso estetico e contenuto.

Notevoli aperture techno-prog con spazializzazioni psycho-ambient (Frontiers in biotechnology), in questa nuova eccellente fatica discografica del sound artist cagliaritano, fanno da dinamo per diramazioni anche melodiche più in formato semi-canzone, ma tenendo il tutto sempre adeguatamente intriso di sperimentalismi noise, dark-ambient e IDM per la conformazione di un sound design certosino tra Boards of Canada e alcune sfumature alla Aphex Twin (Chipset). Non mancano salvifici beat cardiopalmici alla Thom Yorke più oltranzista con innesti eterogenei di seicorde in venature post-rock apparentemente sconnesse, in realtà humus vitale per escursioni ai confini del dance floor più lucido ma, al contempo, magnificamente etereo nel suo proporsi come catarsi assoluta dei sensi (Trading data). Così come non si fanno attendere neanche lungimiranti estremizzazioni glitch in perfetto sodalizio con un substrato pianistico tanto alieno quanto familiare a una concezione di composizione elettronica che non si ferma al solo dato sintetico, estendendo la propria ricerca e il proprio raggio d'azione anche verso lidi più umani ma non per questo distanti dal percorso intrapreso (Love your privacy).

Altra grande prova di carattere strutturale e animistico e, soprattutto, conferma assoluta di avere a che fare con uno dei migliori manipolatori sonici dello stivale al giorno d'oggi.

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La recensione Lyctronic di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2022-07-13 15:28:30

COMMENTI (2)

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  • veddie84 2 anni fa Rispondi

    @RyuMortu Grazie a te per quello che fai. In bocca al lupo per tutto.

  • RyuMortu 2 anni fa Rispondi

    Grazie Stefano per aver dedicato tempo all'ascolto e per le belle parole @veddie84