I Bankrobber rapiscono lo spirito degli anni '80 per farne un singolo intimo ed energico allo stesso tempo, tra sintetizzatori e batterie dalle linee decise e voci che sussurrano alle orecchie di chi ascolta.
Dopo anni di presenza nel panorama musicale italiano, i Bankrobber ripropongono il proprio stile, la propria musica a partire dal singolo Bury Me Softly. Giacomo e Maddalena Oberti - rispettivamente chitarra e tastiere - insieme ad Andrea Villani al basso e Neri Bandinelli alla batteria, confermano l'indirizzo scelto ormai nel 2008 e tornano a offrire a chi ascolta un concentrato di influenze dagli anni '80, tra new wave e rock alternativo, con un tocco di elettronica e tastiere retrò.
Il brano riporta il ricordo dei Cure, con una ritmica lineare e poco invasiva, che tuttavia risulta piena, grazie a una batteria trattata come si faceva negli anni '80. Ad aggiungersi alla sezione ritmica sono i clap che, immersi in un riverbero molto profondo, dettano la separazione tra strofa e ritornello. Non sono però gli unici elementi che, grazie a effetti di ambiente, offrono l'immagine di una musica lontana, che si perde nella distanza tra chi suona e chi ascolta. Entrambe le voci - sia quella di Giacomo che quella di Maddalena - si muovono in un altrove lontano.
Un brano lento, tuttavia trascinante, apparentemente pieno di energia, che nasconde però una certa dose di intimità. Tutto questo è Bury Me Softly, rimanendo una canzone difficile da inquadrare in stringenti definizioni. Degno dell'eredità di cui si prefissa di portare il carattere, il brano è un fiume di emozioni che trascina nel mondo dei Bankrobber, senza troppi compromessi con le influenze principali del momento.
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La recensione Bury Me Softly di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2022-07-21 00:30:07
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