Il disco d’esordio della band di Rimini: emo rock per cantare il disincanto e l’inadeguatezza.
“L’universo lo so bene non lo conquisteremo mai, ma non mi rompere le palle / lasciami sognare in pace, ho troppe cose da fare”; recita così una delle strofe di APOLLO 11 de I LE LUCERTOLE, che senza dubbio potrebbe essere il manifesto del loro primo lavoro, intriso di disincanto che non si perde mai nella disperazione, ma che racconta una generazione intera senza cercare di nascondere i dubbi, la paura, l’insicurezza.
I RAGAZZI COI GOMITI SUI TAVOLI, come viene messo in evidenza già dal nome, non vuole raccontare la volontà di infrangere le regole, di ribellarsi, quanto piuttosto l’inadeguatezza che si prova in un mondo che non si sente proprio, dove ogni passo sembra sbagliato e dove anche cantare l’amore o la propria vita diventa sempre più difficile.
I LE LUCERTOLE riescono in undici tracce a mostrare tutto questo, tra brani cantati, urlati, parlati, alternandosi tra di loro al microfono, come per unire vite diverse in quello che è un racconto universale, di cui mostrano tutte le sfaccettature.
L’album appare come divisibile in due parti: la prima, con pezzi come SPAZZOLINO o MOSTRO, dal sound rock con derive emo, aggressivo, e racconti di vite che sembrano perdersi in un mondo moderno che insegue ed ingoia tutti con le paranoie che genera.
La seconda, invece, presenta diverse canzoni dove inizi acustici proseguono poi in beat più complessi, dove la rabbia lascia spazio a sfoghi più introspettivi, immagini sfuggenti in cui riconoscersi non è poi così difficile; un esempio è PETALI/PER UN FIORE, collage di sguardi, momenti, sensazioni che riemergono da un passato di fiori ormai appassiti.
In chiusura troviamo due tra i brani più interessanti del disco, ORBO e I RAGAZZI COI GOMITI SUI TAVOLI, che in modi differenti recuperano la spinta impetuosa dell’inizio del disco.
Nel primo caso, immagini di morte e desolazione vengono mostrate con uno sguardo malinconico che sembra immerso nell’aria di provincia, mentre nel secondo viene amplificato ancora di più il disagio provocato da una vita che sembra andare sempre più stretta a chi riesce a guardare oltre il gelo e le foglie morte, in cerca del sole che ancora deve sorgere.
In fondo avere già tutte le risposte non è così importante, come anche avere la pretesa di non sbagliare mai; I LE LUCERTOLE, con il loro doppio articolo ed il loro sguardo a metà tra la nostalgia di Rimini e un universo a volte troppo grande per comprenderlo del tutto, hanno trovato la formula giusta per riuscire a raccontare tra musica e parole la realtà, spesso spaventosa, in cui tutti siamo immersi.
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La recensione I RAGAZZI COI GOMITI SUI TAVOLI di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2022-07-29 09:43:00
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