Ancora nebbia. Fitta e avvolgente. Ultimi scampoli d’inverno ottimi per abbandonarsi all’ascolto degli Edenyzed, lasciandosi accompagnare in un percorso teso e ansiogeno, scene di panico tipiche di un film horror. Un tappeto musicale ricco di sfumature gotiche, nervoso e malinconico, lega pienamente con la voce terrifica, a volte sussurro e più volte caustica e decisamente grind. "Vanity Moves The World" mentre gli occhi fissi trovano immagini che prima non c’erano: "Apathetik" è una corsa synth per fuggire in bianco e nero, il brano più intenso, "Eden Of Pain" come notte metallo, "The Empire" è quiete che presagisce la caduta imminente. Venature elettroniche su un tracciato metal, introspezione e caos, corse lungo gradini interminabili. Noras e Phemtis assorbono dalla metà oscura le energie necessarie per realizzare un lavoro valido, ben eseguito e con un livello di registrazione eccellente, un lavoro che mi ha piacevolmente attraversato, emozione e potenza. Edenyzed per rimanere ancora un po’ nell’inverno che quasi non c’è più, e assaporare i suoni nel freddo. Emozione. E potenza.
---
La recensione Vanity Moves The World di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2006-06-27 00:00:00
COMMENTI