La band toscana confeziona quello che probabilmente è uno degli esordi migliori degli ultimi anni. Psichedelia e forma canzone si incontrano in un viaggio mano nella mano tra atmosfere oniriche e suggestioni pop.
Sembra il nome di un solista ma in realtà parliamo di una band. Dietro il curioso nome di Teo Russo, infatti, si cela un terzetto formato da Georgia Costanzo, Francesco Fanciullacci e Federica Camiciola. Il progetto nasce nel 2017 e approda a questo omonimo disco d'esordio cinque anni dopo, portando nel proprio sound un bagaglio di esperienze musicali di alto livello e una visione interessante e a lungo termine.
Il disco si compone di nove tracce che guardano al mondo della psichedelia e del pop britannico, saggiamente miscelati con pennellate di canzone d'autore nostrana e un'attitudine lo-fi che non dispiacerà ai più integralisti dell'universo indie-rock. E se le note beatlesiane dell'iniziale "Come neve" ci portano in territori dream-pop onirici e confortanti, la successiva "Teo R." ci rivela mondi strumentali e parolistici che flirtano con gli anni sessanta e i Verdena di Wow, generando atmosfere originali e particolarmente intriganti. La semplicità e l'efficacia di brani come "Tienilo come un segreto" e soprattutto di "Capovolto" ci rivelano una volontà di sperimentare all'interno di un mondo sonoro vario e mai così innovativo. Poi ci sono l'energia di "Hai mai visto i fantasmi" e le voci effettate di "Novembre", le atmosfere inquiete di "Un albero" e gli oltre sei minuti della conclusiva "Come stai?", il tutto a dare forma ad un disco d'esordio che probabilmente non ancora avevamo ascoltato in questo 2022.
Portare gli anni Sessanta nel ventunesimo secolo si può? Certo. I Teo Russo lo fanno con ambizione e conoscenza, voglia di sperimentare e rispetto per le forme tradizionali, in un condensato di sonorità vintage e sintetizzatori che regalano universi musicali affascinanti e incredibilmente moderni.
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La recensione Teo Russo di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2022-09-23 00:00:00
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