Ispirato al viaggio dantesco all'Inferno, questo album convince
Che la Comedia, meglio conosciuta come Divina Commedia di Dante Alighieri sia una sorta di "pozzo senza fondo" per la creatività umana è cosa a notti. Tuttavia, almeno personalmente, mi stupisco sempre un po' di come, anche a distanza ormai di secoli, quest'opera così particolare riesca ancora a ispirare, nutrire e, per così dire, "far nascere" altre opere così diverse fra di loro. Questo è il caso del disco di cui vi parlerò oggi, ovvero, Inferno di Harrogat. Questo lavoro, che come facilmente è intuibile si ispira alla prima parte del "fatal viaggio" dantesco, è un album che colpisce soprattutto per due cose: la sua produzione, veramente molto buona e di livello e, diciamo così, per la sua attitudine.
Vorrei concentrarmi su questo secondo aspetto giacché il primo è facilmente riscontrabile: non registri un pezzo come Giudecca se non sei anche in grado di produrre un disco. Tuttavia, l'attitudine espressa, praticamente a ogni passaggio sonico, di Harrogat è la cosa più seducente di tutto l'album. Un'attitudine che prende a piene mani dall'immaginario dantesco "ibridato" dalle, ormai mitologiche, illustrazioni di Gustave Doré. Certamente molti di voi hanno visto queste sublimi raffigurazioni ma nel caso vi invito a darci un'occhiata (per esempio qui).
Ecco che quindi abbiamo una specie di setting sia dal punto di vista letterario sia dal punto di vista filosofico/attitudinale, senza scordarsi la parte musicale. Sommando tutto questo avremo un lavoro importante, sicuramente non semplice da fluire e grumoso e oscuro come le malebolge infernali. Se però avrete l'ardire di attraversare le spire soniche di questa dark-ambient vi assicurerete un viaggio mirabile. Verso il fondo per poi salire, proprio come se foste protagonisti di un processo alchemico.
---
La recensione Inferno di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2022-10-02 08:02:48
COMMENTI