L'ottimo secondo disco de I Maiali mescola black e post-hardcore in una formula nerissima ma semplice da assimilare
Il black metal è uno di quei generi con poca mobilità esterno-interno: solitamente chi nasce blackster muore blackster, qualche volta si esce fuori dai confini per ammorbidirsi o cambiare rotta, raramente si va a finire lì dopo aver iniziato altrove. E invece questo ‘Cenere’, a seguito dell’ottimo esordio ‘Cvlto’, aggiunge alla formula post hardcore/noise de I Maiali una piacevole patina, ma soprattutto un intimo abisso, presi direttamente dall’estetica sonora e dalla filosofia black metal. Per tracciare qualche parentela italiana, più che qualche vero e proprio parallelismo, dovremmo andare dalle parti del black sperimentale degli ‘Ovo’, con la sua propensione a parti narrate e suoni poco convenzionali, oppure da quelle degli Hate&Merda, anche loro spesso al confine tra vari universi della musica pesante e adepti di un certo esistenzialismo nichilista. Growl scarnificato, arpeggi metallici chitarre lancinanti, blast beat e riffoni black n’roll, groove storti e dilatazioni funeree, si alternano in un flusso aggressivo che mescola black metal e noise rock di matrice alternative, post-hardcore e pseudo-stoner/doom, incastrando cattiveria pura e melodie cupe in arrangiamenti diretti ma mai banali (Assalto Cannibale). Il tutto servito in una peculiare struttura di brani brevi, quasi tutti intorno ai 2 minuti, con l'eccezione della conclusiva Io, brucio, che dribblano le lungaggini di larga parte del metal estremo per un approccio più antologico e facile da esplorare, ma soprattutto più hardcore in senso classico.
Ad espandere la dimensione musicale, la scelta di testi in italiano che, pur rimanendo poco intellegibili, creano una sonorità diversa e nei momenti più chiari aprono uno squarcio sulla storia di un Messia schiavo e ribelle, maledetto e condannato, con i suoi abissi di nichilismo, bio horror (Sculture da Autopsia) e atmosfere apocalittiche.
Forse ‘Cenere’ è un album che potrebbe risultare poco canonico per il blackster ed estremo per i non avvezzi al genere, ma che sicuramente, può trovare un suo bacino d’ascolto in chi cerca un certo tipo di pesantezza ed atmosfere guardando alla potenza e alla dinamica senza farsi troppe domande sui canoni. E in fondo i dischi ci piacciono così, soprattutto nella musica che già di per sé dovrebbe essere radicale e poco digeribile, quando non stanno troppo comodi in nessun recinto.
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La recensione cenere/CENERE di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2022-10-21 18:58:00
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