Dal vivo è più sporco. Ma anche più figo
Lo dico molto apertamente: questa è una delle recensioni più facili della mia carriera. Già perché per parlare di Live at La Cittadella degli Artisti dei Rainbow Bridge bastano poche, anzi pochissime, parole: andate a sentirli dal vivo. Dopo otto tracce del genere, infatti, ti viene proprio la voglia di un po' di heavy blues con venature di psych-rock come quello realizzato dalla band pugliese.
Oh, intendiamoci, l'album dura più di settanta minuti e bisogna affermare come la qualità media della registrazione non sia così elevata: in fondo per i Rainbow Bridge questo è il primo album totalmente registrato dal vivo e si sente. Tuttavia, questa cavalcata sporchissima di suoni mi consente di fare un discorso più ampio: che belli che sono i concerti dal vivo, specie non perfetti. In un'industria musicale che ha fatto, anche in Italia, passi da gigante nella costruzione degli eventi live, forse, bisognerebbe riflettere meglio sulla strada intrapresa: davvero davvero siamo sicuri che uno show interamente "scritto e controllato" per determinati generi e specifiche band o artisti sia la scelta migliore?
Se vado a vedere Marco Mengoni probabilmente ci sta aspettarsi uno spettacolo ragionato e compito ma, forse, se vado a vedere una band rock mi aspetto un minimo di "locura" in più rispetto all'album che ho acquisto in versione ultra-deluxe. Magari è solo un discorso di un vecchio, chi lo sa. Sta di fatto che questo disco è un bel disco, al netto della qualità di registrazione. Più sporco, almeno in questo caso, meglio è.
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La recensione Live at La Cittadella degli Artisti di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2022-10-14 08:22:41
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