Quando la trap italiana incontra il reggaeton
Adrift East, artista bolognese dalle origini cubane, rompe il silenzio con Kriminese, il suo primo album, prodotto da Glory Hole Records e registrato in toto assieme al producer Gian Flores.
Già dalla prima traccia del disco si capisce bene dove Adrift voglia andare a parare: con un beat dalle sonorità trap, un testo esplicito e dal sapore di rivalsa, “Oggi” racconta delle avventure, o forse meglio dire delle disavventure, del cantante.
L’album prosegue con dei testi che tendono a ribadire quanto preannunciato dalla prima canzone, sposando un sound più latino, più caldo. Questo esperimento ha premiato molto oltreoceano, dove cantanti come Bad Bunny hanno spopolato improntando la loro musica proprio in tal modo: testi rap accostati a basi reggaeton, che rendono i brani più adatti ai club grazie ad un ritmo più ballabile. Molti dei ritornelli presenti nell’album sono in spagnolo, il che riesce a dare al progetto anche un’impronta più internazionale; Adrift utilizza questa cifra stilistica per tutta la prima parte dell’album, con “Malo”, “Hola Cubana” e “La Calle”.
“Dime quien fue” segue i tre brani appena citati ed è senza dubbio il singolo più riuscito dell’album, il più lavorato e quello che si avvicina maggiormente ad un prodotto adatto al mercato mainstream.
“Cubano” spezza l’andamento dell’album grazie ad una strumentale impreziosita da chitarre, bonghi, tamburi e arie che ricordano molto la musica cubana, come spiegato dal titolo. Il brano si dimostra una vera e propria presa di posizione di Adrift rispetto alle sue radici.
Avvicinandoci alle ultime posizioni dell’album troviamo “Ese Amor”, che ha un suono molto più dolce rispetto alle precedenti canzoni, integralmente registrata in spagnolo, lingua padroneggiata alla perfezione da Adrift grazie alle sue origini latino-americane; il risultato è quanto di più simile ad una hit estiva, di quelle orecchiabili che suonano e risuonano nelle radio.
I due ultimi brani, invece, sono molto più malinconici e cambiano completamente il mood tramite due testi che rischiano di scadere in un cliché ben preciso, ossia quello del malandrino pentito e innamorato. “Preso Male” e “Mi sono perso ancora” raccontano dei momenti più tristi affrontati dal cantante, e che trovano una soluzione, forse, nella persona amata che lo può risollevare dalla strada e dagli errori commessi.
L’album suona bene ed è sicuramente apprezzabile per un ascoltatore dei generi in questione, ma ci sono anche versanti sui quali c’è ampio margine di miglioramento. I testi, in particolare, narrano sempre di opulenza, amori tossici, strada, soldi guadagnati in modi non del tutto chiari e odio verso le forze dell’ordine, temi sentiti e risentiti nel panorama trap italiano e che non possono in alcun modo contraddistinguere o far emergere un nome tra i tanti che ci sono oggi nel rap game italiano. Certi slang coniati, oramai, più di cinque anni fa non risultano più freschi o divertenti, ma rischiano di essere anacronistici e fuoriluogo, come una dab fatta nel 2022.
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La recensione Kriminese di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2022-10-27 14:11:00
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