Un viaggio tra Africa, Arabia, America centrale e del Sud. Tutti posti che, insieme al bacino del mediterraneo hanno in comune la danza, l'accoglienza, il senso di casa. Ascoltate con gli occhi chiusi e la mente aperta! Non ve ne pentirete!
ZERO è l'ultimo lavoro di Pandem, artista Grossetano della classe '95 con alle spalle esperienze in Francia.
Si tratta di una raccolta di dodici canzoni in stile pop, con forti influenze reggae, sia riguardo l'aspetto musicale che quello testuale, con alcuni cliché sia tematici che metrici.
Musicalmente parlando, la batteria si presenta subito come il perfetto esempio di sonorità reggae, con un suono con molta punta e poca pancia nei fusti, l'utilizzo dei rototom e la magia dell'accento forte sul terzo movimento, l'unico vero segreto del reggae. Il basso si muove in simbiosi con il kick, sempre puntuale, con un sound bello rotondo e ciccione che si completa con l'equalizzazione della grancassa.
Le chitarre elettriche, pulite, in levare sono anche queste un tratto distintivo, ma c'è di più, perché ci sono anche divagazioni stilistiche in cui le sei corde riescono ad adattarsi, aumentando il gain e l'aggressività. Ci sono anche chitarre che snocciolano frasi e riff dal sapore funky ma anche punk e latin.
Ci sono anche suoni di mandolini e altre corde acustiche, sezioni di fiati e ottoni, ci sono dentro pennellate di tastiere, il tutto a delineare un sound in equilibrio perfetto tra il centro America e il bacino del Mediterraneo, il Messico e l'Arabia.
L'intero disco si svolge come in una grande festa di civiltà lontane eppure "calde", tropicali, dove il calore diventa vita e la vita si trasfigura in danza, in odori e sapori musicali così caratteristici e accoglienti da farci sentire a casa pur senza aver mai visitato i luoghi che questa musica richiama.
I testi sono in italiano e in francese e sono tutte piccole storie che sfociano in una riflessione originale sul mondo. La voce che sostiene questi testi è pulitissima, forse troppo e sta un passo avanti rispetto al mix per non rischiare che le parole si perdano incastrandosi tra i decibel della musica. L'intonazione è ottima, forse addirittura un po' troppo spigolosa per questa musica che avanza sempre più suadente e ricca di curve generose.
In conclusione ZERO è un lavoro molto personale e caratteristico, un lavoro che sembra restare in una comfort zone che però nel frattempo gira il mondo e torna nel giro di dodici canzoni. Una sensazione di casa anche laddove il sound attraversa l'oceano o il canale di Sicilia. L'ascolto risulta per questo molto piacevole, nonostante testi molto incisivi e talvolta crudi e la sensazione di viaggio è ben presente. Si tratta di un disco completo, che basta a sé stesso, pur lasciando la curiosità sulla futura evoluzione del suo autore.
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La recensione ZERO di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2022-11-07 16:07:25
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