Una voce narra di piccole storie, di realtà parallele, di mondi che esistono al di là dello specchio...Prendiamo quindi una grande rincorsa e lanciamoci alla rincorsa di questa voce.
Giorni d'oro è il secondo lavoro discografico di Barberini (Barbara Bigi), cantautrice romana della classe '89.
Si tratta di una raccolta di nove canzoni in stile synth-pop con testi ricchi di immagini ed evocazioni eteree. Alter ego del titolo del disco a cui sono dedicati molti testi è la notte.
Musicalmente parlando la batteria è affidata a programmazioni elettroniche e drum machine molto eleganti, mai acide ma delicate e capaci già da sole di far viaggiare dentro un ambient accogliente. Anche il basso è sintetico e, oltre a doppiare il kick, ha un ruolo timbrico molto importante che fa arrangiamento.
Ci sono pianoforti elettrici, organi e pad dal sapore analogico che costituiscono il fulcro del sound e degli arrangiamenti, sempre semplici ma penetranti ed efficaci. I suoni più sintetici, come pad, texture e synth vari sono utilizzati come pennellate di colore.
C'è poco spazio, ma c'è anche per le chitarre che sono utilizzate con lo stesso metodo dei synth e cioè più per la timbrica che per il loro supporto arrangiativo. Sono per lo più elettriche d'atmosfera.
La voce è la protagonista assoluta del disco. Il suo trattamento in missaggio è quello riservato in genere alle voci trap, cioè molto "in faccia", un gradino fuori dal mix, effettate ma molto asciutte di effetti d'ambiente, in modo da ottenere un'idea di suono caratteristico, quasi come per uno strumento musicale moderno e contemporaneamente che non venga intaccata l'intelligibilità delle parole pronunciate. Questo però risulta essere un po' un pregio e un po' un difetto, perché se sin dall'inizio la voce suona con una timbrica unica che fa drizzare le antenne dell'ascoltatore, dopo pochi minuti risulta essere sempre uguale, senza un'evoluzione, statica fino alla fine del disco. Onestamente è un peccato, perché non c'è evoluzione neppure nel modo di porre la voce, non c'è una ricerca di un'estensione (non per forza da pop melodico italiano, anzi) ma neppure un cambio di passo. La voce sembra assestarsi nel ruolo di narratrice esterna di piccole storie che però non sempre riescono a fare presa su chi ascolta.
Stilisticamente accade un po' lo stesso: non c'è compromesso tra il sound di partenza che è molto invischiato negli anni '80 e l'ascoltatore medio contemporaneo. Si poteva forse osare di più, essere più piacioni o semplicemente scrollarsi di dosso una posa che con lo scorrere dei minuti diventa sempre più ingessata.
Eppure questo disco ha fascino da vendere e in conclusione Giorni d'oro è un secondo lavoro che conferma che certe decisioni stilistiche sono state prese e sono incontrovertibili, almeno all'interno di questo LP. Questo denota una sicurezza ed una personalità già del tutto formate, cose che nella musica contemporanea è difficile trovare. L'ascolto totale della tracklist presenta i difetti di cui sopra ma è capace di fare viaggiare attraverso mondi paralleli anche lontanissimi da noi e questo è un pregio non da poco. Forse non è radiofonicamente molto inquadrato ma ciò non toglie che sia un album di altissimo livello.
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La recensione Giorni D'Oro di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2022-11-01 17:14:15
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