Un po' troppo lo-fi, un po' troppo naïf. Una scrittura da mettere al servizio di altri artisti
Questi otto files del cantautore napoletano Andrea Borrelli (voce, basso e chitarre) fanno parte del suo progetto Some kinds of songs. In effetti il titolo dice già tutto: sono "alcuni tipi di canzoni", bozze, idee. Più che cantati, i brani sembrano accennati con un pizzico di timidezza e con un'interpretazione naïf.
Nella prima traccia Ora che lei c'è, con una chitarra acustica piacevole, emerge in parte la bellezza artigianale delle piccole imperfezioni tipiche delle registrazioni lo-fi in presa diretta: la mano che si avvicina alla chitarra, i fruscii, i respiri. C'è subito un passo indietro dal punto di vista sia della voce sia della metrica sia dell'incisione tra Sottoterra, In assenza totale, Una sera d'estate, La verità nascosta e Doppia anima: questi ultimi quattro files hanno un volume bassissimo, quasi impossibile da ascoltare. Il file Bass solo lascia più di qualche dubbio sulla sua riuscita.
I brani dimostrano una certa idea di scrittura che si può anche mettere a disposizione di altri artisti. In alternativa, per compiere un'evoluzione, le prossime produzioni dovrebbero essere necessariamente più curate e sviluppate, con l'aiuto di strumentazioni di esperti e con un perfezionamento del cantato. Per andare in quella direzione, i brani potrebbero anche diventare più snelli e diretti, selezionando gli spunti e le idee migliori.
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La recensione Some kind of songs di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2022-12-24 00:00:00
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