Un punto di partenza: questo rappresenta questo piccolo ep, un punto dal quale iniziare a studiare, viaggiare e imparare, ma soprattutto a ragionare con la propria sensibilità artistica, senza compromessi al ribasso!
QUESTA STANZA è il primo ep di KKKK, giovane aspirante artista riminese.
Si tratta di una raccolta di cinque brani che si muovono nel solco della trap italiana. Come nella trap italiana c'è la solita ricerca infruttuosa al lo-fi e ad un calore analogico che anziché renderla particolare, la rende uguale a se stessa, fatta con lo stampo.
QUESTA STANZA è, parafrasando il suo autore, una stanza con una scheda audio, un microfono, una chitarra, tanti tutorial e una tastiera midi. Questo rappresenta esattamente ciò che rimane della musica. Un tutorial su internet per imparare a fare musica e diventare producer.
Musicalmente parlando c'è tutto l'alfabeto della musica creata secondo questo modus operandi e cioè programmazioni e loop di batteria effettata e "crushata", dunque resa meno dettagliata abbassandone la quantità di Hz di campionamento. Il basso è il prolungamento del kick, un'emulazione di 808 intonata alla tonalità della canzone di riferimento.
Belle le chitarre che sembrano essere l'unica fonte di calore e di espressione. Risuonano dando forma alle canzoni molto più dei pad, dei synth e delle texture presenti e facendo cambiare passo ai moduli compositivi e alle transizioni.
Al livello produttivo l'intenzione di profondità data da kick e 808 bass non è poi tradotta in loudness da una masterizzazione tagliata molto in alto che tiene fuori la parte sub e dunque non permette a kick e basso di esprimersi al meglio.
La voce, capitolo sempre a parte, è una voce abbastanza riconoscibile ma infarcita di tanti clichè da trap come la poca scansione delle parole che finiscono tutte con vocali chiuse, il modo strascicare di portare avanti i versi. Il trattamento fatto alla voce serve per renderla molto in faccia, con pochi effetti d'ambiente e tanta saturazione armonica.
I testi sono prigionieri della stanza che raccontano e difficilmente riescono ad uscirne. Il vero problema è che gli archivi di radio ed etichette discografiche sono stracolmi di lavori uguali a questo, fatti "per vedere che effetto fa" e che ormai non trovano più tanto spazio. Correre dietro ad un genere senza rendersi conto che quello stesso genere probabilmente ormai rincorre soltanto la sua coda, piegandosi su se stesso e non trovando nuova propulsione può rivelarsi un bel problema. Ed è un peccato perché i testi, la capacità di cambiare passo e ritmo tra le barre, il tentativo di raccontare un disagio ci sono e sono un'ottima base. Quello che manca è uno stile personale, qualcosa che differenzi questo lavoro da milioni di altri lavori nati e morti nello stesso modo.
In conclusione QUESTA STANZA è un buon punto di partenza, un taccuino carico di cose da migliorare, cose da abbandonare, cose da provare e strade da iniziare a percorrere con la propria testa, senza farsi influenzare da ciò che si ha attorno, ma soprattutto studiando tantissimo per imparare ad essere se stessi, unici e soli.
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La recensione QUESTA STANZA di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2022-11-22 16:45:49
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