AMarti ringrazia la sua fragilità in Pietra, un brano-incantesimo dal sentimento antico e potente
Se pensiamo alla pietra, non è la fragilità la prima cosa che ci viene in mente. Pensiamo alle montagne, a enormi massi, forse a una statua. Eppure, anche la più resistente delle rocce nasconde in sé la possibilità di rompersi.
Pietra è anche il titolo dell’ultimo singolo di AMarti: un brano indie-folk che si apre con un riff di piano stile Einaudi e presto fa spazio a un’atmosfera oscura e vagamente witchy, in un crescendo continuo di energia dal sentimento antico e potente che va ad affievolirsi solo a fine pezzo, lasciandolo che si spenga all’improvviso ma rimanendo in qualche modo sospeso in aria, come quando si soffia su una candela e nel fumo resta solo il fantasma della fiamma.
Arrangiato da Maria D'Errico (piano, synth e fisarmonica) e Giulio Verazzo (polistrumentista), quello di AMarti è un singolo in cui l’artista ringrazia la sua fragilità e il fatto, appunto, che non sia fatta di pietra, bensì di sabbia che può essere dolcemente trasportata dal vento. Lo fa con forza: la voce di Martina, nella sua delicatezza, ricorda il calore e la potenza di una nordica Carmen Consoli, e ci trasporta in un universo lontano e magico. Indie-folk onirico, la definizione che lei stessa attribuisce alla sua musica, è il riassunto perfetto del suo stile, le cui atmosfere ancestrali si collocano in quella sottile dimensione incastonata tra sogno e realtà.
Nata artisticamente a Glasgow nel 2015, la cantautrice ferrarese conserva nelle sue canzoni i panorami piovosi, incantati e affascinanti di quei luoghi, dando vita a un brano che ricorda un’antica favola raccontata a tarda notte per non dimenticarsi che anche “Quel che è fragile può essere pietra”.
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La recensione Pietra di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2022-12-01 11:09:00
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