Partire dal pop per spaziare tra i generi con il gusto di un viaggio vintage
Il pop dei Bumblebees è un bel viaggio dalle sonorità vintage. Hanno autoprodotto nel loro studio a Zurigo questo secondo album formato da dieci tracce in inglese, Paper Boat, e l'hanno pubblicato con l'etichetta discografica svizzera Radicalis. Durante l'ascolto naturalmente si può ben canticchiare e tenere il ritmo con il corpo (Older): c'è chi preferisce far ciondolare il capo, chi muove a tempo il piede e chi agita tutto l'organismo. I brani spaziano dall'electro pop al garage rock (Little Fish), navigando tra new wave, shoegaze e neo psichedelia.
D'altra parte siamo solo piccoli pesci in un oceano infinito che ci inghiotte e stiamo pure diventando vecchi ma almeno possiamo ancora cantare e godere della musica. Viviamo tempi duri di incertezze trasversali (Delicate Limbo), che partono dalla dimensione privata di una stanza con la luce spenta in una cruda e quotidiana lotta contro la bolletta per arrivare fino alla guerra in Ucraina, ma nessuno potrà privare la nostra giornata di un buon disco da suonare.
Quasi quasi prendiamo la macchina nonostante il caro-benzina e andiamo a Venezia giusto per fare colazione: potrebbe essere solo un dream pop (Lightheartedness). Lei un giorno se ne andrà, sparirà in una ballata di polvere e porterà via tutto ma per ora è meglio non pensarci (Roving Mind). Prendono vita così le evocazioni di Waiting List, le domande di Your Guess Is As Good As Mine, le dediche di Seastar / Sister ballando tutta la notte, le poche e dense parole di Almost Nothing. Il viaggio giunge a destinazione con le dichiarazioni d'amore regalate al cielo di Kites.
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La recensione Paper Boat di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2022-12-25 21:36:58
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