Anton realizza un disco complesso
Mirage number thirty-seven di Anton Mursia e JKf non è stato un ascolto facile e non è detto che questo dato, almeno per me, lampante, sia, per forza di cose un difetto. Anton Mursia infatti, sin dalle prime tracce di questo suo nuovo lavoro, è come se esigesse una specie di firma su un ipotetico contratto da stipularsi tra sé e l'ascoltatore: ovvero fidarsi e lasciarsi trascinare. Vi dico questo perché, e pezzi quali "Eclissi", il mio brano preferito, stanno lì a testimoniarlo, la "soglia di ingresso" dentro questo disco ha un prezzo abbastanza alto da pagare.
Anton Mursia non ha il minimo interesse di ammorbidire il suo afflato da sperimentatore del suono e della parola, componendo un disco che non sarà ardito tanto nei contenuti quanto però è gagliardo e provocatore nella forma. Una forma che, potrei astrarre, si fa sostanza grazie a tracce quali "Candela nel vento", che partono come un brano di cantautorato e poi, via via, si eleva o trasforma se preferite in un qualcosa di diverso, come se il C2C di Torino avesse, diciamo così, una sezione per "soli cantautori".
Capiamoci, qui non è che tutto funziona alla perfezione: anzi il ricorso a uno sperimentalismo senza sconti ammorba un po' il disco, rendendolo più pesante e meno "digeribile" di quello che è. Però, in fondo, questo Mirage number thirty-seven è una sorta di "guanto di sfida sotto-forma di musica": chi accoglierà la singolar tenzone?
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La recensione Mirage number thirty-seven - Anton Mursia e JKf di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2022-12-03 08:25:23
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