Niccolò Fabi celebra un quarto secolo di carriera con un disco che gioca tra l'intensità degli archi e i morbidi soffi di elettronica, da godersi ascolto dopo ascolto
25 anni di carriera. Gli stessi compiuti da Rockit in questo 2022 agli sgoccioli. 25 anni passati con le mani, con il cuore e con la testa dentro la musica italiana, noi come Niccolò Fabi. Noi li stiamo festeggiando con un podcast speciale, Venticinque, mentre lui con quello che gli riesce meglio: un disco. Ne è la prova il suo nuovo disco Meno per meno, un esperimento che non è un'antologia, non è un disco live, non è un disco di inediti, ma un po' tutte queste cose insieme.
10 tracce di cui 4 sono effettivamente nuove mentre 6 sono già note, ma. Anzi, due ma, centrali per entrare dentro il disco. Si tratta di canzoni riarrangiate con l'Orchestra Notturna Clandestina del Maestro Enrico Melozzi, in occasione del concerto all'Arena di Verona lo scorso 2 ottobre, a cui si aggiunge anche la mano di Yakamoto Kotzuga, uno dei producer più interessanti del panorama italiano. Il risultato è, nei suoi momenti più alti, splendido. Lo si sente lampante, vivo, per esempio, in Una mano sugli occhi, portata oltre i 6 minuti di durata: una carezza di synth che dura appena qualche secondo all'inizio, per poi lasciare agli accordi del pianoforte e alla voce di Fabi, che si fa sottile come se volesse infilarsi tra i tasti del piano. E poi gli archi, che la acchiappano prima che si nasconda dentro e la riportano alla luce del sole. E via così, con nuovi elementi che si aggiungono man mano, in un gioco di equilibri precari che viene quasi buttato a terra dalla chitarra elettrica, ma riesce a rimanere in piedi.
Ma più dei brani conosciuti, per quanto il nuovo arrangiamento sia un interessante sviluppo dell'estetica di Fabi, è negli inediti che si manifesta la sua ispirazione sempre intatta, la delicatezza di una scrittura che si prende il suo tempo, un cantautorato costruito con minuzia e cura sacrosante. Dai singoli Andare oltre, ballata straziante con lo sguardo su un cuore lacerato, e Di aratro e di arena, che riflette sul ruolo del cantautore davanti al suo pubblico, a L'uomo che rimane al buio e Al di fuori dell'amore, dove il gioco di incastri tra l'intensità degli archi e i morbidi soffi di elettronica che stanno sempre un passo indietro per lasciare il giusto spazio a tutto il resto è una piccola meraviglia, da godersi ascolto dopo ascolto.
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La recensione Meno per meno di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2022-12-02 03:15:00
COMMENTI (1)
Il talento... il cantore dell'umano!!