John Ford John Ford 2006 - Lo-Fi, Indie, Punk rock

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Band: John Ford. Promo: “John Ford”. Ambizione di sentirsi pionieri e di cavalcare oltre la frontiera? Le armi che i tre ragazzi hanno a disposizione sono chitarra, basso, batteria e il deserto. Possono bastare. Un promo che è un biglietto da visita, e la prova d’intreccio tra musicisti provenienti da esperienze diverse. L’ideale di creare qualcosa di sperimentale, ma semplice, evitando la formula “una canzone fighissima e le altre che non valgono niente”.

Partono Mauro Freddi (ex bassista dei Candies) e Vincenzo Morreale (ex chitarrista degli Inverso), dopo pochi mesi li raggiunge il batterista Valerio Antonini. Sei brevi inaspettate tracce che si amalgamano in un unico blocco e prendono il largo. Sei brani che per qualità sono più o meno allo stesso livello, sei parti di un unico filone narrativo. Fin dall’incipit i riff vorticosi e le metriche incandescenti non si dominano, ma dominano. Le strutture ritmiche manipolano gli schemi usuali del rock e del punk per confondere, creare una contorsione. Eccolo il rock che piroetta, che risulta familiare ma errato, nuovo. Mareggiata math rock. Diventano impetuosi e grondanti di tuoni dove la pioggia picchia a scrosci. Ritmiche wave che fanno ondeggiare davvero e, ancora, installazioni di desert rock e influenze latine. Dinamiche stop/start e sound garage che ricorda i Pixies. Urlati. Assoli di basso o chitarra o brevi voci (il più delle volte solo suoni nel mix) sembrano prevaricarsi, come in una gara a chi s’innesta per primo. La sensazione è come se da un momento all’altro dovessi iniziare a correre senza sapere perché, perché sta arrivando un uragano nero di polveri e macerie. S’inizia a correre, e per tutto il promo si continua a correre. E quest’uragano che sono i John Ford lascia qualche melanconica riflessione, ma poi si ritrova ad andare avanti, incazzato. Non si sa se da adesso in poi sarà dolce o irruento ma sarà travolgente. Aspetto d’essere travolta. Travolgimi!

Alla fine evita parsimonioso vittime e nei 5 minuti d’atmosfera più easy (della settima traccia che è un remix), come una canzone di coda di un film in cui ci si congeda in macchina tra gemiti e spruzzi del Cafè del Mar, vedo l’uragano dei John Ford allontanarsi nell’oceano. Come a palesare il fatto che questo è un promo e non è stato sviluppato fino al massimo. Dal vivo inseriscono intro e outro, saltano sui tavoli, e caricano di pathos. Ma dal cd non sono stata travolta del tutto. Rimango con il fiatone e una fine che non è giunta, ma che volevo arrivasse. Con una fine che si disperde in una patina di vernice verde fica scintillante di stampo indietronico americano. Avrei preferito annegare nella mareggiata. Ma i John Ford di Varese non perdono tempo e stanno preparando nuovi brani più strutturati pur mantenendo il loro caratteristico sperimentalismo. In programma, due date a Londra e l’espansione al di là della frontiera, di qualunque frontiera si tratti.

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La recensione John Ford di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2006-09-15 00:00:00

COMMENTI (1)

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  • utente0 18 anni fa Rispondi

    Davvero fantastici, li consiglio a tutti!
    Spaccano tanto.