Funk e pulp nell'esordio multimediale degli Asado Film, la pellicola 'Rude Boys' con la sua colonna sonora
A quindici anni dall’esordio dei Calibro 35, è pacifico dire che la musica da colonne sonore, con particolare riferimento all’incrocio di funk, rock e psichedelia legato al cinema di genere anni ‘70 italiano, ha finalmente ripreso il posto che gli spetta tra i filoni più floridi e distintivi della musica italiana. Lo testimonia, tra le altre cose, il proliferare, moderato ma costante, di album come questo esordio degli Asado Film, che ascriviamo serenamente a quel filone non solo per le coordinate musicali, ma anche per il legame con la settima arte.
‘Rude Boys’ è in effetti la colonna sonora dell’omonimo primo film degli Asado Film, collettivo multidisciplinare che qui esordisce contemporaneamente sia alla produzione cinematografica che ai suoni, con un film muto incentrato su uno scontro tra gang. Qui la musica, più che semplice sottofondo, sembra giocare il ruolo di elemento narrativo essenziale anche nelle proiezioni cinematografiche, in cui è eseguita dal vivo. Nel concreto, si tratta di undici tracce strumentali tra funk, psichedelia, rock anni ‘60/’70, sonorità surf e western, accenni di ritmiche hip hop, ricoperte da una patina vintage, ma in realtà puntellate di dettagli e strutture dalla sensibilità più moderna. Alcuni momenti suonano interlocutori, abbastanza ordinari nel genere di riferimento (Rude Reprise), ma non mancano passaggi sorprendenti e ricchi di carattere (l’ambient dalle sfumature asiatiche Gold Standard).
Naturalmente l’ascolto soffre in una certa misura della scissione delle tracce dall’elemento visivo su cui sono costruite, ma ‘Rude Boys’ spicca comunque come un prodotto sfaccettato e abbastanza sui generis nell’incrocio tra musica e arti visive, declinando in maniera interessante, dietro un’estetica vintage, un concetto di transmedialità assolutamente contemporaneo.
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La recensione RUDE BOYS di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2023-03-17 17:08:42
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