Tra New York e i sobborghi londinesi, per capire se si è definitivamente pronti al decollo sulla nuova scena post-punk.
Is It Time To Fly? è il titolo del nuovo album dei Diplomatics, band attiva dal 2013 con una valanga di esperienza live alle spalle, anche in campo internazionale.
Il loro è un sound chiaramente ispirato alla scena newyorkese degli anni '70, movimentato ed esplosivo, in grado di unire new wave, funk, post-punk, synthpop. L' apertura del disco, affidata a Jungle, ci trasporta subito nell'universo sonoro della Grande Mela, tra influenze palesi di marca Talking Heads e gli spunti più moderni di band come Public Practice. Il background degli arrangiamenti, tuttavia, rimanda moltissimo all'attuale scena post-punk britannica. E non ci vuole molto per rendersene conto: i riff sporchi e la violenza schizofrenica di brani come Irish Whiskey e Nevah sono figli degli Shame di Drunk Tank Pink e dei primi Viagra Boys. L' insieme degli elementi genera un risultato che non si era ancora avuto il piacere di ascoltare in Italia, con chiari rimandi ad un movimento da noi (non ancora) definitivamente sbocciato. Back To You e Go High ci rivelano una modernità che cerca i suoi tratti identitari lontano nel tempo, nella velocità e nello spirito essenzialmente punk dei riff di chitarra, sognando i Clash e i Sex Pistols nella loro veste più autentica. Con un sax spettacolare che si dimostra vero valore aggiunto.
Pillole di indie-rock britannico in chiusura (Dancing All Alone) ci consegnano uno dei primi dischi italiani di autentico post-punk revival, sulla scia dell'onda lunga che negli ultimi anni ci ha regalato band mondiali come Idles, Fontaines D.C. e, appunto, Shame, Viagra Boys, Yard Act.
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La recensione Is it time to fly? di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2023-01-13 07:38:56
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