Un disco di una semplicità ricercata e potente, piccole storie d'amore e un velo di malinconia che lega tutti i brani assieme in una specie di racconto emozionato ed emozionante.
Solo amore è l'ultimo lavoro di Roberto Vella, musicista fiorentino con tanti chilometri e note alle spalle.
Si tratta di una raccolta di dieci brani in stile pop melodico italiano con sonorità morbide e semiacustiche.
Partenza affidata a Solo amore, canzone in formato standard, con pianoforte, batteria e basso e poco altro. Canzone più accompagnata che arrangiata. Il secondo brano, Agrodolce, che parte con strumming di chitarra acustica e poi si evolve in una ballata semiacustica con batteria, basso e chitarra elettrica, presenta qualche frase di quest'ultima ma ancora poche tracce di arrangiamento. Sembra che la parte strumentale non abbia mai velleità di originalità ma che si fermi ad essere tappeto, purtroppo poco tridimensionale a causa di un lavoro di balance poco approfondito, di una voce che però resta col freno a mano.
Più ispirata la voce in Come se, canzone divisa con una voce femminile di cui purtroppo non ci è dato di conoscere l'identità. Si inizia a intravedere un lavoro più certosino di arrangiamento, con fiati e chitarra che si ritagliano momenti di solo e fraseggi. L'amore non sa scrivere poesie segna un cambio di passo, si rallenta ancora di più per dar spazio all'interpretazione di una voce che sui registri più bassi sembra quasi quella di un altro interprete. Pregevole la batteria suonata con le spazzole e i cori eterei sullo sfondo. Belle progressioni armoniche per una canzone che con un'orchestrazione più ampia non avrebbe sfigurato in palchi come Sanremo.
Con Marta perché si accelera un po' e in mezzo a frasi di chitarra elettrica pulita e vagamente country, parte il racconto di una storia d'amore passato, un amore che forse non c'è mai stato ma che è stato comunque, in qualche modo, vissuto. Non è niente mantiene le stesse sonorità della traccia precedente ma rallenta di nuovo e si culla tra arpeggi di pianoforte e di chitarre acustiche. Il sound rimane delicato e si fa forte di pochi elementi e di una semplicità ricercata e potente.
Ritornello serrato in Amore asintomatico, sempre su tempi abbastanza lenti. Ci si muove dentro strumming acustici, batteria e basso e "gocce" di pianoforte. Più dark, con un pianoforte iniziale che suona progressioni già sentite, Verso l'infinito si apre e si chiude grazie all'inserto di cori e al pathos della voce che mantiene un buon livello di intonazione lungo tutto l'album e un timbro caratteristico che si fa riconoscere facilmente.
Torneremo liberi parte su una chitarra acustica molto nasale che arpeggia e siamo ancora su tempi metronomici abbastanza lenti. Belle le progressioni armoniche che alla fine delle strofe aprono la melodia e preparano il terreno per un bel pianoforte, delicato ma incisivo. La chiusura del disco è affidata a Tempi morti, ancora una ballata d'amore, ancora pianoforte e chitarra acustica su una voce che si distende bene su un testo molto evocativo.
In conclusione Solo amore è un disco delicato, intimo e poco avvezzo all'utilizzo di effetti speciali, un lavoro che concede poco allo spettacolo ma si muove in un piccolo bacino fatto di storie semplici d'amore sormontate da un sottile strato di malinconia e ricordo. L'ascolto è piacevole, ma soffre della quasi totale mancanza di dinamiche all'interno della tracklist. Si ha la sensazione che questo disco non parta mai e resti sempre col piede piantato sul freno. Manca un'accelerazione o un "colpo di scena" che ridesti l'attenzione e ne faccia risalire la soglia. Si tratta di un disco che ha buone potenzialità radiofoniche in quanto nessuna delle canzoni raggiunge i quattro minuti, attestandosi su una media di tre minuti netti, ma non si riesce ad individuare un singolo che possa fare da traino, non c'è una canzone che svetta su tutte insomma.
---
La recensione Solo Amore di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2023-02-16 17:11:28
COMMENTI