RAUSTE Nine 2023 - Sperimentale, Elettronica, Ambient

Nine precedente precedente

Il nuovo lavoro del sound artist italo-svedese Rauste è una magnifica opera ambient/drone capace di dialogare coi suoi padri ma anche di rivolgere lo sguardo a orizzonti emotivi e identità proprie

Alla seconda prova sulla lunga distanza, Rauste – italiano di stanza a Stoccolma – conferma lo splendore delle proprie idee – sia musicali che contenutistiche – maturate attraverso l'esordio in studio Keys del 2021 e ora perfezionate oltre ogni dire lungo i lineamenti di una nuova creatura che parte da quelle intuizioni per estendere il proprio raggio d'azione animistico verso orizzonti talmente densi di intenzionalità cristalline da lasciare letteralmente col fiato sospeso dal primo all'ultimo attimo di invito alla meditazione.

Fantasmatico proprio come la sua visione sonora del mondo, Nine – questo il titolo del nuovo lavoro – è un album decisamente magnifico, capace di lasciare campo libero a un'elettronica ambient/drone quasi micellare, certamente debitrice verso ogni possibile paternità putativa pregressa ma, nel frattempo, perfettamente capace di seminare e lasciar germogliare una propria precisa e condivisibile identità costruita su ampio senso del genere e altrettanto sterminato desiderio di immersione oltre le superfici sonore che ne definiscono parametri e orientamento.

Fortissima e ammirevolmente densa è l'abilità con cui il sound artist italo-svedese costruisce stratificazioni spaziotemporali di enorme coinvolgimento emozionale, tanto nel suo saper perfettamente coniugare i lavori più sofisticati di un Thomas Köner con elementi di supporto uditivo prossimi a conseguenti diramazioni alla Stars Of The Lid (Black snow), quanto nel giocare con architetture complessive che ammiccano a certe diramazioni alla Aidan Baker (Parallax) ma non si fanno attendere in termini di sublime stimolazione dei sensi che rende il tutto qualcosa di altro da sé (Ghosts and spiders, Death of season) e di ulteriormente spiritualizzante per tramite di sguardi a Giulio Aldinucci, Fabio Orsi e l'ultimo Sakamoto (Impossible summer).

Splendido anche il cambio di registro e di respiro che orienta il tutto verso la luce di un Susumu Yokota in dialogo col Brian Eno più seminale (Strangers, Blue green purple, June 13th) in cerca di lidi solari percettibili come tali solo sulla base delle esperienze emotive acquisite lungo il percorso (The invisible).

Tra le migliori produzioni ascoltate e riascoltate da alcuni anni a questa parte, senza ombra di dubbio. Di conseguenza, da annoverare fin da ora tra i migliori titoli dell'annata in corso.

---
La recensione Nine di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2023-03-23 16:16:00

COMMENTI (6)

Aggiungi un commento Cita l'autore avvisami se ci sono nuovi messaggi in questa discussione Invia
  • RAUSTE 20 mesi fa Rispondi

    @veddie84 Grazie ancora. E grazie di questo confronto. Buona musica e a presto.

  • veddie84 20 mesi fa Rispondi

    @RAUSTE È davvero un gran disco e quelle decritte sono sensazioni provocate dall'abilità con cui il tuo modo di intendere il dato sonoro riesce a coinvolgere l'ascolto per portarlo in un mondo altro, necessario a comprendere buona parte di un reale altrimenti indecifrabile. Quando passo all'azione faccio anch'io ambient isolazionista, quindi so cosa vuol dire il prima, il durante e il dopo di tutto questo. Complimenti davvero.

  • RAUSTE 20 mesi fa Rispondi

    @pons Ti ringrazio tanto. Spero il viaggio sia apprezzato :)

  • RAUSTE 20 mesi fa Rispondi

    @veddie84 Leggo e rileggo questo testo. Soddisfatto e sopreso , sorrido incantato difronte all'eleganza con cui hai voluto rivestire Nine. Trovo in queste parole riscontro del lavoro che ha generato Nine durante tutto il 2022 (incredibile che abbia saputo comunicare tutto questo). Ma non solo, trovo nelle tue parole tanta novitá e la possibilitá anche per me di riascoltare e rivedere Nine sotto nuova luce. Questo per me é un valore aggiunto e lo spunto per quello che verrá nel mio percorso che mi auguro possa continuare. Posso solo ringraziarti per l'entusiasmo e la curiositá che la tua recensione immagino e spero possa suscitare nel lettore. Ti ringrazio anche per aver citato KEYS, lavoro a me tanto caro. Sapere che tu abbia dedicato parte del tuo tempo all'ascolto di questo lavoro mi gratifica. Grazie a tutto lo staff per la visibiitá che ci concedete. Siete grandi! A presto e buon lavoro.

  • veddie84 20 mesi fa Rispondi

    @pons Gran disco, davvero.

  • pons 20 mesi fa Rispondi

    viaggione da meditazione