sonno.SUPERVOIDS2023 - Lo-Fi, Pop, Elettronica

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Una progressiva discesa purificatrice nel mondo onirico, dalle distorsioni elettroniche degli incubi più terrificanti alla riposante malinconia del lo-fi.

“Siamo fatti della stessa sostanza di cui sono fatti i sogni”, scrisse il poeta. Si può immaginare che lo stesso si possa dire degli incubi: oscuri terrori notturni che albergano dentro di noi, pronti a espandersi in ogni vuoto anfratto. È qui, all’incrocio tra Shakespeare e Lovecraft, tra la sospensione del sogno e la gelida desolazione della notte cosmica, che troviamo la nuova uscita di sonno., SUPERVOIDS.

Un disco che fin dai titoli mescola il piano del vuoto spaziale con quello del vuoto interiore, giocandoci, sovrapponendoli e scambiandoli, fino a confonderne e disintegrarne i confini. C’è una qualche differenza tra il vuoto dentro e il vuoto fuori? Oppure sono semplicemente l’uno lo specchio dell’altro? Il tentativo di trovare una risposta a queste domande è una vera e propria terapia d’urto. L’inizio esplode sulla violenza distorta di (ho sonno e) dormo in un supervuoto, un caos elettrocosmico feroce quanto un Big Bang, uno strappo tanto violento quanto solo il passaggio dalla veglia al sonno può esserlo. A mano a mano che ci immergiamo in questo limbo onirico, tuttavia, ci lasciamo progressivamente alle spalle le angosce degli incubi: già la successiva MEGAPARSEC lascia presagire, nei suoi accenni melodici, la possibilità di trovare, se non ristoro, quantomeno serenità. È dall’eterea ambient di al culmine (primo vertice) in poi che prende definitivamente forma un pop lo-fi e minimale a volte imbevuto di elettronica, altre pendente verso il rap (EFFETTO SACHS-WOLFE, SUPERNOVA), che lentamente ma inesorabilmente ci solleva da terra per elevarci nel buio tra le stelle. Conclusione raggiunta sulle note acustiche di (non è un sogno) è un ricordo, che nella sua delicatezza prova a cullarci nella quieta e rassegnata consapevolezza del vuoto che finisce per dominare, prima o poi, le nostre esistenze.

Sospeso tra astrofisica e psicanalisi, tra viaggio interiore ed esplorazione spaziale, tra sogno e morte, SUPERVOIDS è una prova poeticamente e musicalmente tanto intrigante quanto disperata, capace di penetrare fino al gigantesco vuoto che ciascuno di noi ha dentro di sé, per accoccolarcisi al suo interno.

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La recensione SUPERVOIDS di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2023-03-09 00:54:00

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