Warco mescola folk pop e un po' di obsoleto romanticismo per raccontare una storia d'amore finita male
Supponiamo che di notte
io vaghi come un disgraziato
dietro un amore immaginario
E supponiamo che Marco Bilardello – in arte Warco – lo faccia sulle spiagge di Marsala, col caldo dell'estate sulla coppa. Guarda il mare, impassibile. Poi si riprende e va verso casa di un amico per bere insieme e sfogarsi. Lui ascolta la storia di quell'amore immaginario dai primi momenti fino a quando il cantautore siciliano ha dovuto rassegnarsi e fare un passo indietro.
In Anacardi c'è una storia di amore estivo finita male. Warco non parla dell'amico che lo ha ascoltato, ma c'è, basta cercarlo tra i versi. Non c'è nemmeno l'alcool, perché "drogarsi di anacardi" è meglio. E non c'è nemmeno un racconto strappalacrime della fine dell'estate, quando il cuore è al pronto soccorso nella clinica dell'amore non corrisposto. Ma tutto questo in Anacardi c'è. Lo dice Warco parlando la sua estate. Lo dice senza dirlo. L'unica cosa che veramente non c'è mai stata è quel bacio.
Ora suona la chitarra. Ha scritto una canzone sul momento in cui ha pensato di farcela. Ha mescolato un po' di folk pop con delle tastiere elettroniche e ha scritto un testo. Non è diretto, ma delicato e quasi distaccato, con un "obsoleto romanticismo", come dice lui. Non ci anticipa il finale, ma è stato abbastanza bravo da farcelo già intuire.
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La recensione Anacardi di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2023-03-16 16:50:00
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