Gli Zu compaiono nuovamente su queste pagine grazie a un nuovo disco Wallace Records - qui in coproduzione con la PhonoMetak Series - uno split insieme agli Iceburn. Di questi ultimi scriviamo: di Salt Lake City, formati da Gentry Densley, un piccolo monumento per quel metal misto jazz che spintonava negli anni ‘90. Ma in queste pagine poco ci interessa dei gruppi di Salt Lake City, e quindi, gli Iceburn, li tralasciamo. Parliamo degli Zu: formazione romana attiva da più di 13 anni, punk jazz acrobatico (come citavano alcuni loro manifesti), dal parere di chi vi scrive: una delle migliori realtà italiane. E’ nota la prolificità della band ed è anche noto che gli Zu, da anni, non fanno un disco uguale all’altro. Con il precedente “How to raise…”, sembrava avessero riabbracciato uno stile abbastanza coerente a quelle che erano le loro origini (era molto simile a “Live in Helsinki”, uscito nel 2003 per la Tang Plastik, un riassunto di cosa potevano essere gli Zu tra “Bromio” e “Igneo”). In questo episodio si aggiunge al terzetto Xabier Iriondo (figura più che nota nell’ambiente rumoristico e dintorni), si ribalta nuovamente la situazione, cambia la musica, cambia il modo di scrivere e ci si butta a testa alta nel metal. “Tom Araya is our elvis” ci dicevano 2 album fa, e già, lì, si poteva cogliere qualcosa, una sorta di dichiarazione di intenti futuri. E il futuro è arrivato: la voce gutturale, la chitarra pesante, e la batteria che carica e che ricorda Dave Lombardo nei Fantomas. Ovvio, nulla resta quel che è, negli Zu. Tutto cambia in fretta appena il sax interviene. E interviene in maniera fottuta: una nave free che si scontra contro un iceberg. Nello scontro il sax ha la meglio, ovvio. Iriondo fa bene il suo lavoro: i suoi rumori riempiono gli spazi lasciati liberi dall’asse Pupillo-Battaglia, aiuta la composizione a diventare ipnotica e ci da quel taglio acido in più, più che piacevole. 10 minuti sono pochi, e sarebbe sbagliato dilungarsi oltre. Qui abbiamo un altro bel capitolo della saga. Un disco non fondamentale, ma da avere comunque. Certo.
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La recensione Zu feat. Xabier Iriondo + Iceburn di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2006-10-09 00:00:00
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