L'album del rapper di origini sarde picchia duro, ma sa quando rallentare
‘In Se Ipso’ parte senza dare tregua, bello hardcore e dritto in faccia, a cavallo di un beat garage/trap mentre Sheik snocciola bar pulp su reati e fughe. Il rapper di base a Bologna ha origini sarde e non è solo questo allegarlo a Salmo, che cita anche in un vero e facilmente possiamo individuare tra i punti di riferimento di questo secondo album: voce graffiante, impreziosita dall’accento isolano, testi vividi e a volte cruenti, ma anche una certa attenzione per la melodia, i ritornelli e le tracce emotional.
‘In se ipsum’ è un album che spinge sulle liriche, sul flow, sui suoni, ma sa prendersi anche qualche pausa, passando in rassegna in dieci tracce un po’ tutto il classico repertorio del rap: la strada, il denaro (Dio denaro), le droghe, i diss alla scena moderna, un po’ di nostalgia per i tempi andati (Meglio prima), inquadrati in una prospettiva conscious, spaccona e maledetta, ma riesce anche ad andare oltre i cliché e le figure di stile (Chemistry, per una prospettiva sulle sostanze originale per il contesto rap).
Anche quando gioca più su canovacci classici, al netto di qualche banalità tutto sommato nella media, Sheik è un rapper solido, in grado di reggere con credibilità il tono delle barre e la sospensione di incredulità necessaria per perdersi in questa storia pulp dalle tinte forti e seguirla sgasando in fughe con una femme fatale o sgusciando nella notte con il cappuccio in testa.
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La recensione In Se Ipso di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2023-05-26 19:02:04
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