Ottimo esordio sulla lunga distanza per il trio perugino sulla scia di un punk rock in flirt con garage, stoner e suggestioni sabbathiane
Dopo le prove tecniche di trasmissione messe nero su bianco con l'omonimo Ep del 2020, i perugini Good Morning Cernobyl' avanzano la prima proposta su più lunga distanza tirando fuori dal cilindro No time to fear, ottimo album di punk rock duro e puro, decisamente poco (o per nulla) innovativo in una qualsivoglia direzione ma inequivocabilmente caparbio nel porsi come un tassello di rilievo a monte di una discografia che si preannuncia, fin da ora, ricca di spunti e potenzialità decisamente interessanti.
Rispettando pienamente i padri putativi di riferimento – Ramones su tutti, certo, ma in chiave minore – il trio umbro non esita a inserire tra le viscere dell'opera anche notevoli intuiti garage sonoramente e concettualmente in linea con l'approccio generale riservato al disco, sciorinando così una sequenza di brani di notevole impatto urban-underground (reso proprio realtà sonora dall'intro Ouverture) che non vedono l'ora di unirsi carnalmente anche con brandelli hardcore di assoluto rispetto.
Salta subito all'orecchio, dunque, un fantasma incazzato degli Hüsker Dü (The party of ghost) volentieri in combutta con sonorità sorprendentemente stoner-grunge anche psichedeliche (Welcome to the Commonwealth, Spike's poison) che non ripudiano terrorismi heavy sabbathiani (Switch on!, Murderer city) o, al contempo, purificazioni Dead Kennedys (Synestia) e sperimentalismi tra found object e malattie garage punk grezze con sguardo affettivo a doverose paternità di settore (Epilogue che sfocia nella cover di Bite it you scum di GG Allin).
Buona la presa, ottimo il tiro. Resta da calibrare il tutto concretamente in sede live per donare al mondo un po' di ossigeno quanto a sincerità di intenti e schiettezza messaggistica di contenuti.
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La recensione NO TIME TO FEAR di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2023-04-12 15:46:03
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