Il disco migliore di cui sentirete parlare troppo poco
IVXVI di Sacrobosco è il disco migliore di cui sentirete parlare troppo poco. Quando in redazione mi è stata assegnata questa recensioni qualcuna delle mie colleghe e dei mie colleghi ha un po' compatito la mia sorte: "Poverino, questo lavoro ha i contorni sfumati, i suoni sono bellissimi, certo, eppure si comprende veramente poco di quanto sta succedendo". Queste erano le frasi che si potevano sentire. Peccato che io, letteralmente, non vedessi l'ora di tuffarmi nel lavoro di Sacrobosco, non perché lo volessi capire ma perché volevo perdermi nelle spire di un elettronica mischiata di jazz e musica ambient che io giudico assolutamente eccezionale.
Se prendete una traccia come "Illish" capirete il perché delle mie parole entusiastiche. Quante volte vi siete trovate di fronte, diciamo da cinque anni a questa parte, a un lavoro di questo tipo da parte di un artista in fondo ancora poco conosciuto come Sacrobosco (e per di più italiano). Se, come me, avete sentito un brivido da ora in avanti avrete un compito: diffondere il verbo della sghemba bellezza di queste canzoni. Ci conto eh!
"VXVI é stato composto, suonato, registrato e prodotto da Giunchedi nel suo home studio, mixato assieme a Roberto Rettura presso Lo Studio Spaziale, a Bologna, e masterizzato da Matilde Davoli presso Sudestudio a Guagnano, Lecce. La foto di copertina è di Gabriele Drago, mentre il progetto grafico è dello stesso Giunchedi. "Nel rispetto del sound di entrambi gli album, volevo realizzare attraverso la grafica dei titoli l'immagine di un ghigno, di due fauci. Qualcosa che fosse in contrasto con le due fotografie di Gabriele Drago, dalle quali traspare invece un'innocenza istantanea, immobile e sospesa". Sacrobosco è attualmente in tour, con la partecipazione di Paolo Raineri (Ottone Pesante, Junkfood) in alcune date".
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La recensione IVXVI di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2023-05-05 00:00:00
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