Parole taglienti e sguardi sensibili sul mondo si alternano nel secondo disco della band bresciana.
La vita, senza dubbio, spesso è tagliente, spigolosa. Come affrontarla al meglio? La risposta delle Viadellironia è assorbirla in tutto e per tutto, lasciandola scorrere come un torrente in piena nella musica per rielaborarla in modo personale.
Il loro secondo disco, Il desiderio che mi frega, riesce già dal nome ad esplicitare in parte la radice emotiva alla base dei brani, la voglia di emozionarsi ed emozionare, la consapevolezza della sfida, la scelta di lasciarsi comunque andare.
Quello della band è un rock classico che acquisisce spesso delle sfumature più sporche e dure, come nel caso di Sodoma in cielo (feat. Peaches). Tra le canzoni senza dubbio più interessanti nella tracklist, può essere letta anche come un possibile manifesto per quel che riguarda idee e sonorità.
Una delle caratteristiche che più convince delle Viadellironia è la scrittura: pungente, certo, ma non per questo meno legata ad una forte sensibilità lasciata libera di catturare i dettagli del quotidiano (attraverso il proprio sguardo sul mondo e la propria storia).
Le strofe sono arricchite da riferimenti letterari e cinematografici, che collaborano alla costruzione di un immaginario ben preciso e affascinante.
Più calibrato per coerenza interna rispetto al primo disco, Il desiderio che mi frega, con canzoni come Tanqueray o Il pianto delle cose riesce a raccontare con precisione un sentire che si fa viscerale e concreto. Questo processo è possibile soprattutto grazie alla forza della sezione ritmica e all’acidità della chitarra, che riescono a catturare l’attenzione non solo con il loro stile graffiante, ma anche amplificando il peso specifico di ogni parola.
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La recensione Il desiderio che mi frega di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2023-05-13 16:17:00
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