Il quartetto veneto mescola come uno scienziato pazzo sonorità distantissime tra loro come il funky e l'heavy metal, con risultati davvero sorprendenti
Che cosa sarebbe successo se, durante le sessioni di registrazione di Ancora tu, Lucio Battisti avesse conosciuto Tony Iommi dei Black Sabbath? Che tipo di pezzo sarebbe uscito al posto del brano originale? Una risposta a questo assurdo "What if?" ci viene data da L'erba, il nuovo singolo dei Saving Serafino.
A quasi cinque anni di distanza dal primo e omonimo mini-EP, il quartetto veneto formato da Andrea Ronen (Synth modulari e basso) MonacoS (voce e synth) Giulio Polloniato (chitarra elettrica) e Matteo Berti (batteria) ritorna con una canzone che riprende solo in parte i percorsi sonori battuti sin dai propri esordi.
Dopo un introduzione carica di atmosfere in bilico tra il funky e il punk di fine anni '70, vero e proprio trademark della band, il pezzo subisce una vigorosa sciacquata di panni nell'hard rock. A partire dal minuto e venti il ritmo della batteria rallenta, appesantendosi notevolmente.
Questo drastico cambio di groove viene accompagnato da un riff di chitarra che, pur nono essendo carico di distorsioni esagerate come Paranoid dei già citati Sabbath, stimola un leggero ma piacevolissimo headbang degno dei migliori pezzi heavy.
Un contrasto sonoro che a parole può sembrare assurdo come l'ananas sulla pizza ma che nei fatti funziona benissimo. D'altronde, come dice il detto, "la fortuna aiuta gli audaci". E in questo caso i Saving Serafino possono considerarsi un gruppo molto fortunato.
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La recensione L'erba di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2023-05-07 14:49:00
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