Ascolto e riascolto i 4 brani dei Babalooma. In "Crampo", il terzo, si schiaccia sull'acceleratore, ma per quanto si voglia incattivire il sound, la voce della cantante Monica suona dolce, dando frutto così a un contrasto (inizialmente) gradevole e tutto da scoprire, ma non se ne ha il tempo, perché sta già iniziando l'ultima "Occhiali di luna", che proprio sulla di lei voce e su di un arpeggio poggia le basi.
Quel contrasto voce-chitarra distorta, che già sin dall'inizio ho creduto reale cifra stilistica dell'ensemble torinese, compare anche in apertura di demo con "Vertigine", finchè si giunge alla resa, alla (triste?) ammissione che queste canzoni sono terribilmente sorelle: arpeggio iniziale con vocalizzo, crescendo o variante con vocalizzo, ritornello con vocalizzo. Per "vocalizzo" intendasi, nel caso in specie, voce femminile sempre sparata, riverberata, a volte filtrata, intonata e con vocali tanto lunghe da rendere ardua la comprensione dei testi in alcuni tratti. Mai un rallentamento, un sussurro, un urlo o un'incazzatura effettiva.
Eccoci quindi al contrasto: Monica e il suo pop(pettone) da una parte, la band (basso-chitarra-batteria) che suona un bel rock vigoroso dall'altra: cercano di incontrarsi su di un territorio comune, ma senza mai cedere un punto, restando entrambi col paraocchi rigorosamente all'interno del proprio stile e sound. Potrà, a tratti, risultare fascinoso, questo contrasto, più difficilmente vi rapirà ed ammalierà. Complimenti al gruppo per le intuizioni e la capacità tecnica, io mi schiero on loro, voi con Monica?
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La recensione s.t. di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2000-03-08 00:00:00
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