NeuroNauti Rechesol 2023 - Strumentale, Rock

Rechesol precedente precedente

Secondo album per il duo prog laziale sulla scia di tanto buon estro chitarristico su interessanti arrangiamenti anche elettronici, ma poco ferro battuto quanto a diversificazione e ampiezza di vedute

Alla sua seconda esperienza in studio, il duo laziale che risponde al nome di NeuroNauti – al secolo Giancarlo Petrosino (chitarre) e Federico Cecconi (tastiere) – pone in essere un onesto lavoro di composizione e arrangiamento che presta fede alle personali predilezioni dei propri artefici avvalendosi di incursioni anche esterne alle dinamiche di partenza ma senza – e forse avrebbe potuto – spingere sul pedale della diversificazione rispetto a diverse altre proposte di taglio internazionale ma di simile approccio complessivo.

Sulla pelle di un lavoro come Rechesol, la varietà di stili e la considerevole capacità di adattarsi continuamente a spazi autogestiti sempre diversi, ma comunque aderenti a un unico filo conduttore cromatico, mostra le sue fattezze più gustosamente sagge e, al contempo, coinvolgenti nelle aperture alternative-punk miste a elementi prog melodici di impatto e vigore contenutistico (GinkGoo). Ma c'è dell'ottimo anche nelle stasi meditative da ballad semi-jazzata con sguardo a cime puramente rock d'attrazione, sempre e comunque intrise di elementi progressivi nella selezione e conseguente trattazione di linee sia melodiche che individualmente strumentistiche (Eurus, diSgregAzione).

E c'è del buono anche nelle modalità più spigolose ma, al contempo, lisergicamente avvolgenti con cui sono trattate certe incursioni elettroniche retrofuturiste (Velox, Blade harmony), per quanto eternamente orientate al supporto – mai sterile tappeto di sottofondo – di una crescente predisposizione chitarristica. Così come interessanti restano anche gli incrementi melodici stavolta in sede pianistica (LuceBuio) e, soprattutto, le strabordanti aperture floydianamente spaziali (PsychoPulse) assieme a certi ammiccamenti oldfieldiani (le due Lelystad) che, però, non esitano a lasciarsi richiamare all'ordine per riportare il tutto verso più delicati e sentiti – per quanto a tratti scontati – lidi neo-rock-blues con volenterose diramazioni world e new age (Rinascita, Rechesol).

Non si tratta, certamente, di un lavoro denso di novità di scrittura né aperto a particolari ulteriori ramificazioni di stile, considerando l'impostazione sostanziale secondo la quale viene condotta ogni analisi costruttiva e conseguente risvolto uditivo. Ma molte delle influenze e delle ispirazioni riscontrabili tra le righe di ogni partitura, tanto di arrangiamento quanto protagonista, possono tranquillamente essere estrapolate (l'utilizzo dell'elettronica, ad esempio) per ulteriori e più intriganti sviluppi futuri.

---
La recensione Rechesol di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2023-07-26 10:51:43

COMMENTI

Aggiungi un commento Cita l'autore avvisami se ci sono nuovi messaggi in questa discussione Invia