Cheap Wine Freak show 2007 - Rock'n'roll

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Ogni qual volta si torna a parlare dei Cheap Wine, ancora prima di raccontare della loro musica, si preferisce ricordare al pubblico il fatto che la band sia un vero e proprio “modello di coerenza”. La loro storia, infatti, depone totalmente a favore di questa tesi, grazie a un percorso che non sembra mostrare crepe, non solo sotto il punto di vista artistico. Ciò dovuto soprattutto alla scelta, finora mai rinnegata, di avviarsi sulla strada dell’autoproduzione in una dimensione onnicomprensiva rispetto a tutto quanto concerne l’attività del quartetto.

E “Freak show”, sesto capitolo della saga, riconferma in toto i presupposti elencati, mostrando una formazione inossidabile sul fronte della proposta artistica che da sempre la contraddistingue. Stavolta, comunque, si coglie qua e là il tentativo di approdare a soluzioni relativamente inedite. Come ad esempio l’innesto di coretti virati verso il soul presenti sia su “Time for action” che sulla conclusiva “Evil ghost”, due facce di una stessa medaglia: la prima è la classica canzone in cui Diamantini & co. mostrano i muscoli, mentre la seconda è l’ennesima ballad in un repertorio che ne comprende già molteplici e probabilmente più riuscite. Ma troverete anche i punti fermi che si intitolano “Naked kings”, “Jugglers And Suckers” e la title-track, episodi non lontani dagli insegnamenti di Steve Wynn e Neil Young, probabilmente le due figure che più ricorrono quando si cercano punti di riferimento per descrivere la proposta dei quattro marchigiani.

Detto ciò, segnaliamo che non convince invece appieno il rock a tratti scolastico sia di “Exploding underground” che di “Kenny Bring Me Down”, episodi che nulla aggiungono alla discografia del quartetto; così come “Nothing Left To Say” ci sembra decisamente meno ispirata rispetto alla media abituale.

Per concludere, faremmo un torto se classificassimo “Freak show” fra gli album che non ci piacciono; tuttavia ammettiamo che ci saremmo aspettati quel qualcosa in più che finora aveva contraddistinto i pesaresi rispetto alle produzioni indipendenti dello Stivale.

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La recensione Freak show di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2007-09-18 00:00:00

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