Esaù E Le Aberrazioni Cromatiche U.V. 2023 - Psichedelia, Alternativo, Post-Rock

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L'esordio in studio della band palermitana propone un post-rock intriso di psichedelia e cantautorato esterofilo meglio assimilabile attraverso un approccio all'ascolto fuori da concezioni usa e getta

Nato nel 2021 dall'unione di anime compositive decisamente diverse tra loro per quanto riguarda background individuale e approccio ai rispettivi strumenti, il progetto Esaù E Le Aberrazioni Cromatiche propone una personalissima visione compositiva fatta di post-rock e dilatazioni prsichedeliche passate, però, attraverso il setaccio di un'impronta cantautorale che guarda oltreoceano ma resta anche al di qua dei confini per un coraggioso tentativo di cambiare le carte in tavola relativamente a consuetudini e costumi d'ascolto.

La nebulosa di suoni e colori offerta dalle varie sembianze dell'agglomerato palermitano e ascrivibile a un lavoro come l'esordio in studio U.V. mostra tutta la sua avvolgente opacità fin dalle primissime battute riservate a ingressi elettronici di stampo sia lievemente ambient che di matrice analogica ai limiti di un kraut minimalista, elementi che si suddivideranno compiti di stasi momentanea nel corso dell'ascolto complessivo per poi permettere alle strutture portanti di entrare concretamente in azione grazie a una concezione di post-rock psichedelico particolarmente efficace nel suo puntare lo sguardo verso fascinosi traguardi dark con impulsi alternative-crossover gustosamente sciamanici (Nubi).

E proprio su questa scia entrano nel vivo anche strutture semiacustiche con inclinazioni simil-soft-pop in favore di architetture più passionalmente abbordabili (Margherita) che si dilatano nello spaziotempo in maniera forse un po' ripetitiva – è proprio quello l'unico grande rischio insito nel mettere nero su bianco simili intenzioni in totale libertà espressiva – ma senza mai lasciarsi alle spalle anche alcune contaminazioni pseudo-roots in scontro frontale con elementi cantautorali in simbiosi con un sempre acceso fuoco strumentalmente viscerale (Sporco blues).

Proprio la matrice roots amplifica il suo raggio d'azione attraverso escursioni blues originarie con sfumature western underground (Marylou), ma le stratificazioni elettro-neo-psichedeliche tornano a riprendersi le redini del gioco (Signorina Else) per portare a compimento il discorso attraverso deviazioni in stile 'murder ballad' caveiana (Vedo solo del blues).

Difficile dire se la proposta lanciata da un lavoro di questo calibro sia davvero considerevole in termini di godibilità complessiva in quanto ricca di tessiture e rimandi interni di non semplicissimo approccio iniziale, vista la necessità di orientare necessariamente l'ascolto verso una calma e una rilassatezza ricettiva non comune a molti, ormai. Ma forse – anzi, sicuramente – è proprio questo il punto della questione e, qualora si trattasse – come sembra – di una precisa dichiarazione di intenti, ben venga – sempre – una considerazione del dato sonoro al di fuori di ogni rischiosamente sterile regola non scritta utile a chissà quale ricerca di mercato.

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La recensione U.V. di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2023-08-03 15:07:57

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