Sincero e concreto nel mettere in tavola le sue carte, il progetto Turbalacosa mostra sia i pregi che i difetti delle imperfezioni di mestiere, ma poco importa se la sostanza non perde di vista il suo obiettivo
Guidato quasi esclusivamente dal compositore abruzzese Federico D'Intino, il progetto Turbalacosa assume come obiettivo principale, a partire dalla sua stessa ragione sociale, quello di mettere nero su bianco ossessioni, derive concettuali e contrarietà esistenziali che, altrimenti, poco avrebbero da spartire con larghissima parte del contesto sia sociale che artistico attuale, almeno al di qua dei confini nazionali. Se questa importante intenzionalità discorsiva sia adeguatamente supportata dal giusto approccio creativo e produttivo, sarà forse compito dei più diretti avventori (inteso come incontri dal vivo, fatti di reali scambi di idee, opinioni e reciproco supporto) stabilirne efficacia e ufficiale consistenza.
Per quanto ci riguarda, possiamo tranquillamente constatare come in un lavoro quale Stay away l'impronta di derivazione hard rock / grunge sia subito evidente nei riff che danno avvio alle danze col supporto di un sound giustamente intriso di odor di cantina e sudore su pelle putrefatta a furia di ricercare ossessivamente la formula giusta per un'alchimia di intenti che sia causa ed effetto di gioie e dolori tradotti in suoni e parole (La regina dei dannati). Ma tutto scorre lungo l'implacabile fiume che conduce anche su sponde più strutturate quanto a tentativi di formato canzone, talvolta con risultati meno soddisfacenti anche se meglio predisposti in sede comunicativa (Stay away), in altri casi sulla scia di un impatto al fulmicotone che flirta anche con elementi punk pur di cogliere nel segno emozionale (Fragile, Malapietà).
Resta ancora ampiamente appresa, poi, l'attitudine semiacustica da ballad di varie maestranze di settore quando si tratta di calcare la mano sul concetto di talento compositivo legato alla più viscerale necessità di tirar fuori idee e argomenti di lacerante necessità e urgenza (Il guardiano e la mia pietra, + aria mai), così come, in parallelo, vuole sempre mantenersi viva la predisposizione alla graniticità elettrica tendente al culto del groove in qualità di deterrente anche ideologico che fa della grezza semplicità il suo punto di forza (Ingoio).
Resta qualche dubbio sulla reale capacità di far fronte a problematiche non di minore importanza quali accuratezza della forma (nel limite dell'indispensabile, naturalmente) ed effettivo merito in sede di scrittura, ma non per questo decade la consapevolezza di trovarsi di fronte a un lavoro sincero, onesto e accorato sia nella forma che nel contenuto.
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La recensione STAY AWAY di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2023-07-04 20:49:08
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