Lauryyn esordisce con un ep che ci porta dalla tristezza al romanticismo passando per il nu soul, con un finale inaspettato
Aurora De Gregorio, cantautrice pugliese classe 2000, fa il suo esordio con un ep dal titolo Intro. Con il nome d’arte di Lauryyn affronta le ferite accumulate nel tempo, quelle che non si riesce più a mettere da parte. Dalla rabbia per la scomparsa di una persona cara (Se dovessi scrivere di te), all’affievolirsi delle emozioni e l’apatia (Limbo), fino all’accettazione delle proprie debolezze (Cambio di scena). Intro è un viaggio negli abissi più cupi che – secondo la cantante – accomunano la sua generazione. Ma è anche altro.
Il cuore tetro dell’ep si rispecchia nel sound, nella produzione e nei live dell’artista. Allo showcase del 15 giugno al Medimex, Lauryyn canta piegata sul microfono e riversa testi agonizzanti sulla gente. Ma Lauryyn è anche altro. Alza la testa di colpo, i synth di Filippo Bubbico – produttore del disco – impazziscono e lei si muove sul palco. Ha ripreso vita. Ogni brano di Intro è un contrasto di emozioni, un salto nel vuoto che non sappiamo se ci farà piangere o ballare a tempo della tastiera r’n’b di Decidere non so.
Per non sbagliare Lauryyn mescola tutto insieme. Ha un timbro profondo con cui incastra barre e lo stesso piglio nu soul dei Thru Collected, che compaiono nell’ep grazie alla collaborazione con Altea in Limbo. La voce di Lauryyn è protagonista di tutte le sei tracce. Tastiere, qualche synth e una batteria, tutto il resto è voce. Una voce che canta testi corti ed ermetici, da riascoltare e smontare per riuscire a comprenderne il significato.
Fa eccezione Stanotte, l’ultimo brano del disco. Lauryyn sconvolge il finale con chitarre acustiche, un’arpa e riverberi ampissimi. “È solo una canzone d’amore”, dice la cantante, ma qui dentro sembra un epilogo inaspettato. Dopo cinque pezzi elettronici e tristi, ne arriva uno acustico e romantico. È la speranza, è la spensieratezza e la felicità che cerchiamo tutti, è la luce in fondo a un tunnel di emozioni negative che hanno imprigionato la cantante per molto tempo. Lauryyn le ha chiuse tra un testo e un pentagramma, per metterle in un angolo e non lasciargli più il spazio.
Intro ha funzionato. Alla fine del disco la cantante è più leggera e racconta dell’amore invece che della morte. Tutte le ferite sono una parte di lei, ma ora Lauryyn è anche altro.
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La recensione Intro di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2023-06-23 00:00:00
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