Minimalismo assoluto. Grappoli di note qua e là. Per atmosfere scarne e irregolari sotto una superficie lucida di ghiaccio. 1 Chitarra e 1 batteria. E nastri, cioè campioni disparati in bassissima fedeltà. Schegge vocali (nel pezzo che da il titolo al demo) captate a frequenze ancora più basse. Rasentando la quotidianità.
Solo 3 canzoni (fatevene un’idea, in totale il nastro dura 20 minuti…) per gli Huachinango, da Cattolica, per questo “Closedown cinema”. 3 ideali colonne sonore stranite e sussurrate al minimo dei giri, senza nessuna concessione di contenuti e di forma. Snob, eterei e intriganti. Post-rock ai minimi termini e lontani echi di alcuni sperimentalismi pinkfloydiani. Battito del cuore al ralenty e movimenti cerebrali ai massimi giri. Già. Lo paragonerei a una boutique del centro questo cd. Stanze bianche e desolate con vaghi accessori in pochi punti strategici. Illuminazione calibrata a puntino. Aria asettica, molto minimal-chic (se si esclude la già citata title-track in cui la chitarra si alza in un rumoroso crescendo e le voci si suppone arrivino dritte da un caotico mercato del pesce), e quindi, alla lunga anche un po’ troppo noiosetto e presuntuoso. Però. Però a volte in mezzo a tutto il rumore c’è sempre una parentesi di silenzio. E alla breve distanza gli Huachinango la riempiono davvero con grazia…
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La recensione Closedown Cinema di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2000-03-19 00:00:00
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