Un solido singolo con ospite un Pierpaolo Capovilla in grande forma
Premere play su ‘Il nostro tempo’ dei Siriana è un tuffo al cuore per chiunque abbia amato l’alternative rock italiano degli anni zero, perché quello ospitato sul nuovo singolo della band capitanata da Marcello Maietta è un Pierpaolo Capovilla in grande spolvero. Il recitato, le dinamiche espressive e l’intensità impressionista che dai ruggiti punk precipita fino a sussurri cavernosi, il citazionismo nazionalpopolare (“parole, parole, parole”) per avvicinare una riflessione di ampio spettro alla sfera del quotidiano. Perché, peripezie vocali a parte, se il vero segno distintivo dei migliori testi Capovilla è stata la capacità di incrociare politico e personale, di intercettare sentimenti collettivi attraverso prospettive emotive individuali, anche ne ‘Il nostro tempo’ troviamo il ritratto di un malessere comune, una presa di coscienza sul tempo, il nostro tempo che però non è mai davvero nostro. Dietro il mantra “so che non stai bene” c’è un riconoscersi nello stesso disagio, nello stesso bisogno di cambiare, in pulsioni che stanno emergendo nell’immaginario comune (il dibattito sulla gestione del tempo personale guadagna sempre più spazio nel discorso pubblico) e che però faticano a uscire fuori dalle solitudini del malessere individuale, a farsi massa critica e vettore contundente di cambiamento.
E i Siriana? Ascoltando l’ossatura strumentale della canzone, è impossibile non fare almeno qualche paragone con il suono del Teatro degli Orrori, che qui risuona nel riffing serrato, negli sbalzi di dinamica funzionali alla narrazione vocale, nelle aperture melodiche accompagnate dalla voce di Maietta, con una declinazione alternative meno acida e post-hardcore rispetto a quella di Favero e soci. Non ci piacciono i confronti diretti tra band, è quello con il TDO è un confronto particolarmente ostico. Inevitabile, però, davanti a un brano con queste sonorità, in cui l’identità ingombrante di PPC fagocita in qualche modo quella della band. Si intravede però un’identità solida, e la capacità di giocare in maniera credibile accanto ad un fuoriclasse, mettendosi in disparte ma lasciando trasparire confidenza e precisione.
‘Il nostro tempo’ è in fondo un singolo astuto, che fa vedere poco della band e lascia la curiosità di ascoltare qualcosa di più personale.
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La recensione Il nostro Tempo di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2023-08-07 19:14:34
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