Un disco giovane per giovani, ma che promette di invecchiare bene e lascia intravedere una strada diversa dalla massa di musica che ci soffoca ogni giorno.
Il Settimo Pianeta è il primo lavoro discografico di Beart (Riccardo Bartolini), giovane artista di Riccione, con alle spalle partecipazioni a contest e vincitore del premio della critica al Deejay OnStage.
Si tratta di una raccolta di sette canzoni vestite di rap e Urban, con sonorità ricercate. I testi affrontano, anche ironicamente su aspetti della società contemporanea come il mondo digitale inteso come zona franca in cui poter dire anche ciò che non andrebbe detto.
Intro e Tutti che vo' sono subito esemplificativi del genere portato da Beart, con suoni campionati, loop in stile urban, ma anche con suoni "caldi" come la tromba sordinata e altri elementi vintage oltre che "analogici". Il rap fa da collante, anche se è un rap che si avvicina molto alla trap.
Whiskhy a Milano funziona bene come singolo ed è una critica sociale dove Milano è un brand come il marchio di qualunque scarpa da ginnastica che tutti vorrebbero possedere.
Alla nostra inizia con due chitarre acustiche dal suono un po' anonimo che vengono subito rimpolpate da drum machine e basso. La linea melodica della voce va ben oltre il rap, qui c'è del canto, anche se in forma embrionale. Si tratta di un brindisi a ciò che è stato e non è più.
Jukebox è molto bluesy, piaciona, leggera e buona per fare colpo ad un falò (sempre che i ragazzi di oggi facciano ancora i falò in spiaggia).
Caskate inizia ancora con due chitarre acustiche strammate, subito smentite da un'elettrica in levare e una batteria ben presente. Il ritornello pesta duro, anche se il suono è trattato sempre in ambito pop, dunque molto patinato. Questa canzone è travolgente e ancora una volta il canto vince sul rap puro.
Si chiude con La terra trema con un intro misto di acustico ed elettronico. Si parte dal terremoto in Emilia romagna per raccontare di una realtà che trema, di un sacco di tasselli che non vanno al loro posto.
In conclusione Il Settimo Pianeta è un disco giovane, scritto per un'utenza giovane ma ha anche qualcosa che tanti altri dischi di simile fattura non possiedono: un'identità propria. In un mare di già sentito, di già masticato, di già metabolizzato, qui c'è il germe di qualcosa che potrebbe rimanere anche dopo la digestione completa della tracklist, perchè c'è una scelta di suoni particolare, un'idea di composizione dei testi con un chiaro margine di miglioramento e perchè, c'è poco da fare, Beart sprigiona vibe positive e sa come usare parole, voce e carisma.
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La recensione Il Settimo Pianeta di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2023-07-29 14:51:51
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