GOV Iridescenza Polvere Ombre 2023 - Rock, Elettronica, Alternativo

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Sentire di voler dire qualcosa in musica non implica automaticamente avere la destrezza necessaria per farlo. Un album come il nuovo dell'italo-berlinese GOV ne è una testimonianza pressoché diretta

Avere idee in un mondo artisticamente piatto come quello nostrano di questi giorni è cosa indiscutibilmente nobile, ma serve capacità e decisamente più ingegno in sede di tessitura delle trame sia sonore che verbali se si vuole davvero emergere da un progressivo livellamento che rischia continuamente di raggruppare infiniti nuovi nomi sotto la consueta scure dell'indifferenziazione dal resto della ciurma. Non sembrano rendersene conto, purtroppo, le pur sincere ma ancora acerbe e quasi amatoriali dinamiche di partenza attraverso le quali un'opera come Iridescenza Polvere Ombre, nuovo album dell'italo-berlinese GOV, decide di compiere i primi passi su una lunga distanza percorsa con elementarità sonica e scarsezza di contenuti, presenti ma relegati a una forma comunicazionale dialetticamente insufficiente (Quando vai giù). Con simili basi portanti, anche il più puro desiderio di stratificazione in sede di arrangiamento attraverso considerazioni di stampo elettronico finisce per arenarsi in staticità sostanziali che incrementano la dose di eccessiva semplificazione complessiva attraverso trattazioni liriche che vorrebbero ferire ma scadono in deficitari luoghi comuni (Brutto milanese).

Proprio il dato elettronico permette alle sorti di risollevarsi temporaneamente grazie a una parallela e più lucida predisposizione cantautorale (Jaja), ma non basta a tenere a bada eccessi di presenze chitarristiche fuori luogo, eccessivamente altalenanti, dal suono sbagliato e fin troppo ridondanti (Eri me ma un po' ovunque compaiano linee non unicamente ritmiche). Ulteriore sincerità è inscritta anche in un buon formato ballad ma, ancora una volta, a dominare l'ascolto è una scelta sonora complessivamente sbagliata e mal pesata quanto a equilibrio degli strumenti in sede di mix (Cuore mio), per quanto parzialmente riassestata da unici e fugaci frangenti realmente interessanti in termini di sonorità e struttura architettonica (Colla) assieme a certi approcci mainstream elettro-pop onestamente non disprezzabili (Vivi con me). Ma non è sufficiente, questo, a tenere a bada la scarsezza globale riscontrabile nell'opera in sè vista nella sua totalità.

Turando le somme, dunque, non ci siamo. Va più che bene e ben venga – ci mancherebbe – l'urgenza espressiva e la sincerità di intenti nel porre in essere le proprie argomentazioni tanto sonore quanto discorsive, ma le cose vanno fatte con criterio e consapevolezza dei propri mezzi. Qui c'è qualcosa da dire e si sente, ma il modo in cui vengono disposte le pedine sulla scacchiera, in tutta franchezza, rimane ancorato su livelli decisamente insufficienti. Se si sente di avere in mano una manciata di buone canzoni, sarebbe meglio affidarsi a qualcuno di mestiere che possa aiutare a costruire involucri accettabili e, dicendola tutta, imparare a scrivere seriamente per cercare di emergere – se lo si vuole davvero – da una basilarità che rischia di rendere il tutto fin troppo banale se non proprio imbarazzante.

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La recensione Iridescenza Polvere Ombre di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2023-09-19 11:11:00

COMMENTI (2)

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  • veddie84 12 mesi fa Rispondi

    @GOV Ciao.
    Mi dispiace molto vederti prenderla non dal lato giusto, vale a dire considerando una semplicissima critica (all'album e non alla persona, che non conosco personalmente e, di conseguenza, non mi azzardo a tirare in ballo al di fuori di ciò che ascolto in qualcosa da essa volutamente prodotto e divulgato) per cercare di prenderne atto ed eventualmente provare a migliorare in sede sia di scrittura che di esecuzione.
    Capisco la tua disapprovazione e ne prendo atto (pur rimanendo un po' basito da ciò che dici, invece, tu alla mia persona, ma ci sta). Ribadisco soltanto che non ho scritto niente di cattivo né di lesivo né di ingrato, ho soltanto espresso il mio pensiero in maniera educata e argomentata. Il mio pensiero, ripeto. Non quello di Rockit per intero (magari ad altri redattori il tuo lavoro sarebbe piaciuto, purtroppo è stato assegnato a me e non mi è piaciuto). Se nel tuo disco io - ripeto: io - trovo molto poco di valido (perché ho anche scritto quali sono i pochi punti buoni ma evidentemente, preso dal livore, hai tralasciato il fatto che lì stava il mio consiglio accorato), non posso certo inventare (lì sì, inventare) un discorso positivo per ciò che per me (ripeto: per me) sufficientemente positivo, nel suo complesso, non è.
    Frusciante, Bugo e i Tre Allegri Ragazzi Morti, almeno a mio modo di vedere, sono altro rispetto a quello che proponi tu e non c'entrano con quello che ho scritto nel pezzo. Hanno un diverso approccio allo strumento, più e meglio organizzato.
    Un saluto

    Stefano

  • GOV 12 mesi fa Rispondi

    @veddie84 grazie per aver distrutto il mio album con questa serie di sproloqui mentali usciti da un copia/incolla tipico del giornalismo più becero che incontra ChatGPT. Sono molto fiero di quello che ho creato e una persona con buonsenso non dovrebbe scrivere le boiate cattive che quasi sfociano sul personale come hai fatto tu.
    Se non avevi voglia di capire le canzoni, avresti dovuto leggerti il comunicato, avresti dovuto informarti piuttosto che inventarti una recensione lesiva e ingrata. Il significato del disco è presente persino sul titolo (anche se non tutto quello che scriviamo deve per forza possedere un valore aulico e profondo - quell’approccio lì lo lascio agli onanisti).
    Questa è l'ultima volta che invio la mia musica a Rockit e tolgo subito l'abbonamento. Ti consiglio di ascoltare Niandra LaDes and Usually Just a T-Shirt di John Frusciante, qualsiasi album dei Tre Allegri Ragazzi Morti e Golia & Melchiorre di Bugo. Forse dopo capirai.