Con “Controverso” i Gang giungono al 5° disco cantato in italiano, dopo 9 anni da quel fantastico album intitolato “Le radici e le ali”, dove la tradizione folkloristica italiana si incontrava con l’urgenza punk delle liriche. Allora avevano scelto come compagno di viaggio il grande Massimo Bubola, adesso, invece, hanno deciso di fare tutto da soli, lasciando a casa anche il produttore del precedente album, ovvero quel Gianfranco Formaciari a suo tempo complice dell’esperienza Clandestino.
Ma, storia a parte, il presente dei fratelli Severini sembra decisamente diverso da ciò che il titolo del disco parrebbe indicare; certo è che l’irruenza di “Fuori dal controllo” è stata alleggerita da chitarre sempre pungenti, ma che alla fine si aprono per dare spazio a tutta la band. E se da una parte il trittico iniziale non può vantare sia quelle scariche di adrenalina intitolate “Muoviti” e “Fuori dal controllo”, sia la dolcissima “Fino alla fine”, dall’altra non penso che possano essere considerati episodi minori brani quali l’iniziale “Danza nella luce”, “Qui” e l’arroventata “Lavami nel sangue dei miei nemici”, tutti e tre momenti in cui si riconosce chiaramente il dna di Clyde Warrior & Jessy Colt, soprattutto quando si tratta di porgere attenzione ai testi.
In generale le atmosfere dell’album, come già accennato, trovano sì il punto di riferimento nelle chitarre, ma stavolta c’è anche una forte componente di ‘sfumature’ - una per tutte l’armonica di Davide Lenci, già al lavoro con Three Second Kiss e Uzeda, in “Vorrei, ispiratissima ballata dai contorni blues e con testi tutt’altro che di matrice ‘barricadera’, quasi che il periodo degli ‘anta’ abbia addolcito, in senso positivo, i nostri guerriglieri di Filottrano (AN).
Certo è che le liriche di “Paz”, “Reflescìasà”, “Prima della guerra”, della già citata “Lavami nel sangue dei miei nemici”, e dell’autobiografica “Dopo come primavere”, sono lì a smentire chiunque potrebbe accusare i nostri di ‘aver abbassato la guardia’; sicché quella dei Gang continua ad essere la miglior revoluscion rock che trovate in Italia da 20 anni a questa parte e, visti i tempi, bisogna tenerseli stretti se pensate abbia ancora un senso parlare di ‘resistenza’.
Alla fine dei conti “Controverso” sposta di qualche centimetro la cifra stilistica della band rispetto al precedente album, ma nulla toglie all’onestà e alla bravura dei nostri due eroi marchigiani.
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La recensione Controverso di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2000-03-22 00:00:00
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