Un brano maturo oltre le aspettative, ragionato e ben arrangiato, che non rinuncia all'incisività emotiva
Avere qualcosa in comune, vivere sotto lo stesso cielo, essere legati da una unica condizione che dovrebbe permettere di comprenderci a vicenda, tra una sfumatura e l'altra. Questo sembra trasparire da Figli, singolo di Melga, uscito lo scorso settembre per DIGA Records, e anticipatore dell'omonimo ep, che ha visto la luce il mese successivo.
Quello di Melga è un cantautorato pieno di consapevolezza, che si affida alle massime scritte dalla sua autrice per procedere con decisione, e ad arrangiamenti che sfuggono i semplicismi tanto alla moda negli ultimi tempi, per catturare orecchie più attente rispetto a quelle delle stramaledette playlist editoriali. Non è musica di solo cervello o trastullo per riccardoni, ma un buon connubio di complessità e incisività emotiva. Sembra così facile, ma se ci fosse una formula non saremmo circondati da musicaccia.
Ascoltando Figli viene subito in mente quel cantautorato rock italiano di inizio anni '00, ridondante ma mai stucchevole, quello che parte da Cristina Donà, per raccogliere al suo seguito decine di nomi più o meno esaltanti, più o meno eterogenei.
Ma oltre ai suoni è proprio la struttura che rende Figli un brano maturo oltre le aspettative. Attraverso le strofe Melga crea una cornice comprensibile il giusto, fino ad arrivare in fondo al testo a svelare il nucleo dell'intero pezzo, la condizione umana che vuole raccontare. Non rimane altro che abbandonarsi all'outro, che raccoglie quanto appena detto e suonato, e accompagna nel migliore dei modi alla fine di tutto, con quel pizzico di solennità che non fa mai male.
Figli è un singolo ragionato, che riesce davvero ad anticipare un ep, aprendo uno spiraglio di interesse su un discorso più ampio, lasciando una strana acquilina, una voglia di proseguire oltre con l'ascolto.
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La recensione Figli di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2023-12-12 11:09:00
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