LA MUSICA. Gli Arsivivi presentano 6 brani davvero graffianti, suonati con un’ottima perizia tecnica e con un cantato folle, che già in “Caccia alle streghe” ci dimostra d’essere molto evocativo ed enfatico, a tratti disperato, altri urlato: i primi ascolti ricordo m’impressionarono positivamente, c’era molto… pepe. “Alieni” è un po’ più convenzionale, pur vantando un ritornello che è in pratica un assalto, così come “Uomo virtuale”, che dà il titolo al cd di questo quintetto che non so da dove venga, e alla luce di quanto espresso nella seconda parte di questo scritto, devo confessare anche che me ne frega molto poco. In sostanza, una sorta di dark metal che dal vivo dovrebbe essere sfiancante sì, ma comunque avvincente e trascinante, semprechè non si sia in serata romantica (per quella, rivolgetevi ai La Crus). Inutile menare il can per l’aia: a lungo sono stato indeciso sul da farsi, se scriverne o meno, esterrefatto e assolutamente senza parole.
IL CONTENUTO. Traccia n° 6, “Il muro”: “Da troppo tempo chiusi nelle fogne / Siam qui decisi a riportare l’ordine / Così non può proprio continuare e poi / A noi no non piace l’immigrato / Via i negri, i rossi fuori dallo stato / Gli zingari e anche gli albanesi no / C’è troppo tanfo per i nostri nasi ma / Chi ha detto che ci vuole tolleranza / Non ha fatto i conti con la mia pazienza / Qui è tempo di purificare l’aria…. Ora!”
No comment.
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La recensione Uomo Virtuale di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2000-03-25 00:00:00
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