Il ritorno di un gruppo significativo nella geografia del rock indipendente nostrano coincide col ribadire l'importanza della musica espressa nelle sue forme più vere, lontano da logiche di business e di consumo immediato
Torna a farsi sentire una realtà che trascende i decenni: i Karma, alfieri della musica indipendente nostrana, nel corso del più recente autunno hanno pubblicato un nuovo disco d'inediti intitolato "K3", su label V Rec.
Il loro ritorno si compone di dieci tracce che rinnovano il perimetro espressivo della band di stanza a Milano: l'attitudine progressive è declinata attraverso un alt-rock vivido, personale ma allo stesso modo al passo coi tempi, in una formula che azzera le distanze fra passato e presente. A dispetto di chi potrebbe pensare a un esercizio d'esecuzione che non si scosta dai binari di quanto già espresso in precedenza, ogni canzone arricchisce la tracklist di una sfaccettatura nuova e inaspettata, restituendo al fruitore la concreta curiosità verso cosa andrà a incontrare dopo la prossima curva dell'esperienza d'ascolto.
Un album di questo tipo è cosa gradita, tanto per l'impegno e le buone intenzioni espresse quanto per il modus operandi, lontano dalle più stucchevoli tendenze del business discografico; qua c'è spazio per canzoni che raggiungono i sette minuti, perché la musica non è solo consumo immediato ma qualcosa che deve (e può) riappropriarsi dei tempi e luoghi di fruizione congeniali. I Karma ci ricordano che tutto torna, anche quel modo di fare musica che è rock dentro, e non solo nelle schitarrate.
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La recensione K3 di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2024-05-02 13:33:10
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