Quintetto di Ivrea (To) e dintorni, i dbuzz presentano una cassetta intitolata “L’attesa” contenente 6 brani, 5 dei quali cantati in italiano. Scopriamo subito le carte: un bel demo, maturo - difatti i ragazzi non sono proprio dei teenager alla prima esperienza - vario - pur muovendosi all’interno di un rock alternativo le canzoni risultano non monotone ma al contrario ben studiate - e spiritoso - nell’ironico foglio accompagnatorio, delirante con la sua scelta di non prendersi troppo sul serio.
Niente a che vedere con qualsivoglia forma di rock demenziale, sia chiaro, nonostante la presa per i fondelli delle Spice in chiusura di “S.I.M.B.A.”, che fa sorridere. Difficile scovare lungo gli ascolti qualche nume tutelare o qualche sonorità o idea particolarmente indicativa delle preferenze del gruppo: indice questo, indubbiamente, di una certa originalità. Ma se proprio si dovranno fornire delle coordinate, dirò che ci si trova oltreoceano, a volte dalle parti di Seattle, altre a New York, senza però mai risultare eccessivamente derivativi. Inizialmente era sembrato troppo onnipresente il djembé, mentre con l’aumentare degli ascolti ciò pare accadere solo in alcuni passaggi ( nche i milanesi Karma, qualche anno fa, utilizzavano un simile strumento in ambito rock, con risultati considerevoli!); per il resto, il gruppo ha un suo encomiabile equilibrio.
Rimangono comunque (ma chi non ne ha?) dei margini di miglioramento, ma si rischia di entrare sul piano dei gusti personali, suggerendo una maggior cura nei cori e magari innesti di chitarre maggiomente acide e meno convenzonali: ciò che conta, è il risultato attuale. Un’autoproduzione di una maturità rara di questi tempi, con dei riff trascinanti, già degna di perdere il prefisso “auto”.
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La recensione L’attesa di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2000-03-26 00:00:00
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