Trovare rifugio nella monotonia: Noie di Greta Bragoni
Darsi alla noia per fermare il tempo e osservare più attentamente cosa ci accade. Va bene, singolo d’apertura del nuovo EP di Greta Bragoni è l’inizio di una breve raccolta che non ha nulla della frenesia dei giorni nostri. Ogni cosa è dilatata dai suoni ambient e dalla voce della cantante, che si trascina mollemente tra un verso e un altro delle sue canzoni. L’effetto finale fa subito balenare in mente Venerus e l’EP alternative r&b del 2018. Di A che punto è la notte ha la stessa sovrapposizione di suoni elettronici che all’ascolto provoca una piacevole sensazione di straniamento dalla realtà. Il testo è un pensiero pronunciato ad alta voce, incollato al presente e alla quotidianità di chi scrive. “Chissà se riuscirò ad abbandonare le coperte di questo letto della mente”. Uno stato di comoda immobilità, quello di Greta Bragoni, di cui è cosciente e al quale però vorrebbe rinunciare. Lo stesso tema ritorna nella title track Noie, legata per contenuto ad Ancora e Lenzuola blu. Alcune parole del testo lasciano intendere che la passata quarantena ha in qualche modo incoraggiato la stasi emotiva della cantante. Nella traccia successiva c’è un tentativo di allontanamento da questa apatia che lascia presagire un nuovo inizio. Difatti, Spleen è il brano che sterza verso un’altra direzione. Diversa dalle restanti canzoni di Noie, è una dedica composta con la cura di chi fa un ritratto soffermandosi sui dettagli, da quelli esteriori – “naso all’insù” e “jeans anni Settanta” – a quegli aspetti che dicono di più della persona: “un misto di impulsi e coscienza matura”. Lenzuola blu conferma le sensazioni che attraversano l’EP, ma con un nuovo senso di accettazione per cui il tempo non ha importanza. E non è forse la nostra costante corsa per risparmiare il tempo a impedire di fermarci per riflettere su come stiamo?
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La recensione Noie di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2023-10-25 14:02:00
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