Gli alGot tornano con una delle sorprese più gradite in ambito emo/post punk
Gli Algot appartengono sicuramente a quella famiglia larga ed eterogenea che ruota intorno all’idea di emo italiano e derivati. Non tanto un appartenenza pedissequa, più un fatto di stile, di scrittura e significati, inscritta in un certo incedere di arpeggi tra math e midwest che la legano a delle radici oltreoceano che qui, però, si sono spesso declinate con dignità autonoma e personalità.
Ma è soprattutto, si perdoni il gioco di parole (che è una coincidenza solo fino a un certo punto), un fatto emotivo, un alveo in cui vengono ricondotte tutta una serie di influenze, linguaggi e percorsi più o meno contigui. A partire dal nuovo post punk artsy di Squid e al math dei Delta Sleep, per risalire indietro nel tempo, seguendo un’altra linea genealogica nostrana, al lirismo solenne e melodico della peculiare via italiana alla new wave degli anni ‘80, che qui vediamo affiorare in alcune atmosfere ed aperture vocali che sanno un poco dei fiorentini di ‘Litfiba 3’. A rimandare a vecchie correnti underground c’è anche una certa grana ruvida e spontanea che avvolge le 8 tracce di Ouch, rimandando ad una registrazione quasi in presa diretta. Con il risultato di un’esecuzione per nulla patinata (e sappiamo che con gli arrangiamenti eclettici e gli arpeggini math il rischio non è ridotto), viva e cruda, anche con qualche asperità, in cui spiccano i caratteri distintivi della band romana.
A partire dalla tromba, che oltre agli ormai classici Riviera evoca il romanticismo weird dei Neutral Milk (Spigoli, Morfoama), ed è animata dalla stessa bocca, quella di Giulio Guidotti, che sta dietro il cantato vivido, ingombrante e sincero, che disegna il paesaggio emotivo di ‘Ouch’ e sa farsi da parte al momento giusto, lasciando spazio al gioco ritmico e melodico della band per un paio di strumentali. Un album nel complesso ben costruito, personale ed incisivo, per certi versi più maturo di una band alla prima uscita sulla lunga distanza, ma con una buona dose di ingenuità e spregiudicatezza infantile.
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La recensione OUCH di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2023-12-23 21:24:00
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