Una sorta di superband post-metal italiana e il suo esordio convincente e ispirato
Un andamento solenne e meditativo, lunghe progressioni interrotte da chitarre come macigni, parole nessuna, ma tanta atmosfera, immagini e simboli; il suono dell’esordio dei Dievel si scolpisce addosso il suo nome e il suo immaginario, animato da un flusso sotterranea che si agita sotto strati e accumulazioni progressive dei sedimenti, interrompendo i lenti movimenti geologici con l’esplosione di una potenza ctonia e terragna.
Volendo essere più concreti, la formula sonora è quella spesso identificata come post metal, con il suo posizionamento, ad altezze variabili, negli alberi genealogici di doom, post-rock, post hardcore e sludge. La conosciamo per gruppi come Neurosis, Cult Of Luna e Breach, e vale la pena tirare in ballo anche una parentela con interessanti sigle italiane come San Leo e gli ormai disciolti Ornaments. Con questi ultimi la parentela non è solo un’affinità di spirito, perché dietro il nome del demonio in reggino si nascondono in realtà nomi già attivi nel passato e nel presente della musica pesante italiana. Nel curriculum del quartetto troviamo i seminali The Death Of Anna Karina, End Of A Season, gli incredibili Dolpo e, appunto, Ornaments.
Elemento non sufficiente, ma certamente utile a spiegare com’è che questo esordio dedicato al luogo dell’anima della pianura suoni da subito così convincente e ispirato, organico e compatto anche nell’oggettiva lunghezza di alcune composizioni. Aiuta la presenza di alcuni dettagli personali, figurazioni ritmiche non banali, i sample di Decade, un’idea precisa delle immagini mentali e degli scenari verso cui dirigere la macchina sonora, utilizzando le formule del genere al servizio della narrazione e non viceversa.
---
La recensione Sedimentale di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2024-01-28 12:06:04
COMMENTI